mercoledì 30 aprile 2008

L'AMORE NON BASTA: UN FILM CHE RACCONTA CON GRAZIA LA VITA E I SENTIMENTI

Sono le 22 dell'altra sera quando Giovanna Mezzogiorno entra, con un passo felpato e insieme deciso, nella sala Uno del Porto Astra. Accompagna Stefano Chiantini, regista di "L'amore non basta", piccolo, inusuale e bel film italiano. Sono tutti e due qui per incontrare il pubblico, che, essendo un lunedì sera, numerosissimo non è, ma raggiunge comunque circa le centocinquanta persone.
Chiantini, che ha alle spalle la commedia d'esordio "Forse sì, forse no" (2004), racconta la genesi del film. «Ho scritto il soggetto e poi l'ho sceneggiato con Rocco Papaleo, anche attore nel film, privilegiando più le emozioni che lo sviluppo drammaturgico. Poi Rocco ha chiamato Giovanna». E qui interviene Mezzogiorno che spiega: «Un giorno mi ha chiamata dicendomi che aveva un film che mi voleva assolutamente raccontare. Ma devo essere sincera, non ho capito molto dal suo racconto così ho voluto leggere la sceneggiatura. Mi piaceva per come affrontava i sentimenti con molto rispetto, senza volerli per forza controllare e senza imporre il suo punto di vista. È comunque una storia universale: il momento prima della fine di un amore, in cui tutto è cupo».
Mezzogiorno non è l'unica star del film: accanto a lei e a Papaleo recita anche Alessandro Haber. «Non ho mai voluto specializzarmi in un genere o in uno status. Ho scelto i miei film perché ammiro i loro registi, mi piace la storia e chi vuole raccontarla. E Stefano ha una grazia nell'affrontare la vita che mi ha colpito». Anche se Chiantini da parte sua dichiara: «Quando scrivo prendo spunto dalla mia vita, che è un dramma. Questo film è molto autobiografico: la mia ex ragazza è una hostess, io facevo il babysitter e altri lavoretti per mantenermi. Nella sceneggiatura abbiamo esagerato volutamente certi aspetti per ottenere un effetto comico. Volevo farne una commedia ma mi han detto che ne è uscito un film triste». Ma bello. E comunque, nella lieve storia d'amore tra l'assistente di volo Martina e Angelo, diversi sono gli spunti comici.
Ma il meglio del film sta forse nell'abolizione degli snodi narrativi che si traduce in continue sorprese per lo spettatore. Una scelta che può spiazzare, e alcuni presenti alla fine del film erano in effetti disorientati: «Ma è quello che mi è piaciuto del film», sottolinea Mezzogiorno. «Trovo ammirevole e coraggioso che non voglia spiegare tutto e dia responsabilità al pubblico, trattando i sentimenti finalmente in modo non televisivo e non didascalico». E dal piglio con cui lo dice, in punta di piedi nel suo impermeabile bianco alla Bogart, si capisce che ci crede veramente. Mica scherzi.


(DA IL GAZZETTINO.IT)

mercoledì 23 aprile 2008

GIOVANNA MEZZOGIORNO AL FESTIVAL DI CANNES

Gli italiani saranno in gara alla 61esima edizione del Festival di Cannes, in programma dal 14 al 25 maggio, con due film: “Il divo” di Paolo Sorrentino, con Toni Servillo nei panni di Giulio Andreotti e “Gomorra” di Matteo Garrone, tratto dal libro di Roberto Saviano. Il nostro paese sarà inoltre presente fuori concorso nella “Sezione speciale” con “Sangue pazzo” di Marco Tullio Giordana – regista premiato nel 2003 con “La meglio Gioventù nella sezione “Un certain Regard” – con Monica Bellucci e Luca Zingaretti. Nel film i due interpretano la coppia Luisa Ferida e Osvaldo Valente, famosi attori uniti da una storia d’amore e fucilati con l’accusa di collaborazionismo con il fascismo, dopo un processo ancora oggi controverso. Nella sezione “Quinzaine des Realisateurs” troviamo invece il film di Francesco Munzi “Il resto della notte”. Ambientazioni siciliane per “Palermo Shooting”, diretto da Wim Wenders e interpretato da Giovanna Mezzogiorno. Una presenza italiana, quella di Sergio Castellitto, anche nella giuria presieduta quest’anno da Sean Penn.

Eco del Cinema

lunedì 21 aprile 2008

NO ALLE OLIMPIADI SPORCHE DI SANGUE

 PROTESTA CON NOI E COPIALO SUL TUO BLOG-iniziativa di http://antoniodaiello.myblog.it
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LA NUOVA PREGHIERINA DELLA SERA

Silvio nostro
che scendi dal cielo a salvarci
siano santificati
i tuoi avvocati
venga
la tua dittatura
siano fatte
le tue leggi
come a Milano
così a Palermo

Dacci oggi
la tua barzelletta quotidiana
e rimetti a noi i tuoi debiti
come noi li rimettiamo
a tutti i comunisti
e non ci indurre in libertà
ma liberaci da Travaglio

Amen

(da "La pazzia delle folle" di Massimo Marcantoni)

sabato 19 aprile 2008

RICORDATEVI!!!!

non parcheggiate davanti agli scivoli per disabili,uno scalino per loro è un ostacolo insormontabile!!!

(iniziativa promossa da http://lauratani.myblog.it)

mercoledì 16 aprile 2008

IL 18 APRILE ARRIVA AL CINEMA "L'AMORE NON BASTA"

Trafelata e confusa tra mille cose, l’università, il violino, il lavoro. Una trentenne irrisolta, che non ha pace in sé e che, pur amando, ha perso per strada, senza un perché, quel qualcosa senza nome che permette a una coppia di incontrarsi e stare insieme. Appare così la nuova Giovanna Mezzogiorno, abbandonati i panni colombiani di fine Ottocento di Fermina Ariza de L’amore ai tempi del colera. Ora è tornata in Italia ed è Martina, nel film di Stefano Chiantini L’amore non basta, che arriverà nelle sale il 18 aprile, dopo un’anteprima il 13 aprile come film di chiusura del MIFF di Milano.
Pellicola di una grazia particolare, è nata in maniera insolita, prodotta interamente da capitali privati di persone al primo incontro con il cinema o sostenitori della crescita artistica di Chiantini. Racconta la storia d’amore tra Martina, assistente di volo (per sua fortuna per Air One, e non per Alitalia), e Angelo, aspirante scrittore dolce e collerico, visionario e maniacale, interpretato da un poderoso
Alessandro Tiberi. Relazione in crisi. Irreparabilmente? Il rapporto si trascina dolorosamente tra avvicinamenti e fughe, senza un reale motivo. Tra slanci profondi e altrettanta profonda incomunicabilità. Irresistibile la performance di Rocco Papaleo, nei panni di una presenza strana e divertente, in giacca e cravatta, che di tanto in tanto compare accanto ad Angelo. Quel dettaglio indispensabile che completa un abito.

(da Panorama)

martedì 15 aprile 2008

LA SPOSA BAMBINA OTTIENE IL DIVORZIO.

Nojoud, 8 anni, sorride, mangia una fetta di torta al cioccolato e stringe un grosso orso di peluche rosso. Festeggia il suo divorzio dal marito trentenne, deciso oggi da un giudice a Sana’a in Yemen. Nojoud Muhammed Nasser, la prima sposa bambina a chiedere il divorzio dal marito in un tribunale dello Yemen, ha vinto. È libera. Era fuggita dalla casa dello sposo il 2 aprile per presentarsi tutta sola in un tribunale della capitale. Aveva denunciato il padre, che l’ha costretta a sposarsi due mesi fa, e il marito che l’ha picchiata e forzata ad avere rapporti sessuali.

La legge in Yemen fissa i 15 anni come età minima per il matrimonio, ma non punisce le famiglie delle minorenni che le danno in spose prima di quell’età. Oggi a mezzogiorno il giudice Muhamed Al-Qadhi ha annunciato la sentenza. Ha stabilito che gli abusi del marito nei confronti di Nojoud e il fatto che non era ancora «matura» sono una ragione sufficiente per annullare il matrimonio. «Ogni volta che volevo giocare in cortile, mi picchiava e mi faceva andare con lui in camera da letto — aveva raccontato la bambina —. Quando lo imploravo di avere pietà, mi picchiava, mi schiaffeggiava e poi mi usava». L’annullamento su richiesta della donna, previsto dalla sharia e dalla legge yemenita (che si basa sulla prima), si chiama «khol’e». Prevede anche che la famiglia restituisca la somma pagata dal marito come dote per le nozze. Il giudice ha ordinato alla famiglia di restituire 100.000 rial (316 euro) all’uomo. «È stato possibile grazie ai soldi inviati da lettori commossi, soprattutto dagli Emirati Arabi Uniti», spiega il reporter Hamed Thabet dello Yemen Times, che per primo ha intervistato la bambina e che ha seguito la vicenda fino alla fine.

Il padre della bambina, Muhammed Nasser, si è detto pentito di averla data in sposa: ha detto di averlo fatto perché è povero e non aveva altra scelta. Non è stato incriminato. Il marito, Faez Ali Thamer, che era stato arrestato il 2 aprile su decisione dello stesso giudice, ha accettato i soldi e, dopo l’annullamento delle nozze, è stato liberato. «Cosa vuoi adesso, Nojoud?», le ha chiesto dopo la vittoria il reporter Thabet. «Vorrei studiare. Vorrei una torta e un grosso orso».

Un lieto fine. Ma, osserva l’avvocatessa Nasser, resta il problema della legge. Il codice civile yemenita non impedisce ai tutori delle minorenni di darle in spose. Nel Paese oltre il 40% della popolazione vive sotto la soglia di povertà e il 46% degli abitanti hanno meno di 15 anni. I figli a carico sono spesso visti come un peso nelle zone rurali. Oltre il 50% delle spose, secondo uno studio del 2006, sono bambine, di solito tra gli 8 e i 10 anni. Diverse associazioni per i diritti umani e delle donne, insieme a 61 deputati del parlamento yemenita, hanno sollecitato una legge che imponga come limite minimo per il matrimonio l’età di 18 anni. Ma la Commissione Giustizia sostiene che non ci sono le basi per modificare la legge secondo i dettami dell’Islam. «Lottiamo dagli anni ‘90 per cambiare la legge e la Costituzione, che stabilisce che la base della legislazione debba essere la sharia», spiega Amal Basha, direttrice del Sisters Arab Forum for Human Rights al telefono da Sana’a. «Bisogna cambiare la legge sui matrimoni precoci per molte ragioni. Non è solo una questione di diritti umani e di diritti del bambino ma anche una questione di sviluppo – spiega - . I dati sull’abbandono scolastico in Yemen sono molto alti, quelli sulla mortalità infantile sono tra i peggiori al mondo, e questo è legato all’età precoce dei matrimoni. Bisogna evitare che ci sia una enorme popolazione femminile senza istruzione e impreparata al mondo del lavoro, vittima e causa della trappola della povertà».

(da corriere.it)

lunedì 14 aprile 2008

A PIPPA

Abito bianco
per andare a nozze con la tua morte
e con quella di noi tutti
Ti sei vestita di bianco
ma siccome la tua anima mi sente
ti vorrei dire che la morte
non ha la faccia della violenza
ma che è come un sospiro di madre
che viene a prenderti dalla culla
con mano leggera
Non so cosa dirti
io non credo nella
bontà della gente
ho già sperimentato tanto dolore
ma è come se vedessi la mia anima
vestita a nozze
che scappa dal mondo
per non gridare


Alda Merini
(DA CORRIERE.IT)

YEMEN: SPOSA DI 8 ANNI SI RIBELLA AL MATRIMONIO COMBINATO.

Tutta sola, avvolta in un’abaya nera, una bambina di 8 anni si è presentata il 2 aprile a un tribunale di Sana’a, la capitale dello Yemen, per chiedere il divorzio dal marito. Nojoud Muhammed Nasser ha denunciato il padre, che due mesi fa l’ha data in moglie a un uomo di 30 anni, e il marito, che l’ha picchiata e costretta ad avere rapporti sessuali. «Ogni volta che volevo giocare in cortile, mi picchiava e mi faceva andare con lui in camera da letto— ha raccontato —. Era molto duro con me e quando lo imploravo di avere pietà, mi picchiava, mi schiaffeggiava e poi mi usava. Voglio avere una vita rispettabile e divorziare».

È la prima volta che una minore chiede il divorzio in Yemen. La legge non la protegge. Moltissime bambine vengono date in spose all’età di Nojoud in Yemen (oltre il 50% secondo uno studio del 2006). La legge fissa l’età minima per il matrimonio a 15 anni, per maschi e femmine, ma non punisce chi la viola, dice l’avvocato della Corte suprema Shatha Muhammed Nasser, che ha assunto la difesa della bimba e le ha trovato un posto in un orfanotrofio. All’uscita del tribunale, col sorriso teso ma lo sguardo deciso, Nojoud ha raccontato la sua storia al giornalista Hamed Thabet, 23 anni, dello Yemen Times. «Mio padre mi ha picchiato e mi ha detto che dovevo sposare quest’uomo. Lui mi ha fatto brutte cose, io non avevo idea di cosa fosse il matrimonio. Correvo da una stanza all’altra per sfuggirgli, ma alla finemi prendeva, mi picchiava e poi continuava a fare ciò che voleva. Ho pianto così tanto, ma nessuno mi ascoltava. Ho supplicato mia madre, mio padre, mia zia di aiutarmi a divorziare. Mi hanno risposto: "Non possiamo fare niente. Se vuoi, vai in tribunale da sola". Ed è quello che ho fatto». Dice Thabet al telefono da Sana’a: «Era così dolce e così triste. È una donna sposata, che capisce tante cose e allo stesso tempo una bambina che vuole studiare e giocare».

Anche il giudice Muhammad al-Qadhi si è impietosito: pur essendo Nojoud troppo giovane per testimoniare, ha fatto arrestare il padre, Muhammed Nasser, e il marito, Faez Ali Thamer. L’avvocatessa Nasser sostiene che il matrimonio era illegale. Altri non ne sono certi: «A nessuno frega della legge, quello che conta è il sistema tribale», dice il giornalista Thabet. «Specialmente nelle zone rurali, i genitori danno le figlie in spose all’età di 7, 8 o 9 anni — spiega Amal Basha, direttrice di un gruppo per i diritti delle donne, Sisters Arab Forum for Human Rights —. Pongono la condizione che il marito non abbia contatto sessuale con la moglie finché non è matura. Ma vive con lui e non c’è alcun controllo: è alla mercé del marito e del suo desiderio». Divorziare per Nojoud non sarà facile, aggiunge. «Non è un’adulta, quindi prevale ciò che dice il suo guardiano».

Lo zio si è presentato come suo guardiano in aula. Ha detto che il padre di Nojoud ha perso il lavoro di netturbino e soffre di problemi mentali: è stato rilasciato. «La bambina deve anche restituire tutto il denaro che il marito ha dato alla famiglia in dote— dice Basha —oltre ad aver bisogno di una buona ragione per divorziare agli occhi del giudice». Oggi, dice Thabet, lui e l’avvocato cercheranno un accordo con il marito. «Faremo una colletta. Gli offriremo i soldi della dote, anche il doppio». Ma lo sposo per ora non intende divorziare: «Sì, sono stato in intimità con lei — ha detto—ma non ho fatto nulla di male. È mia moglie e ne ho il diritto. Nessuno può fermarmi».

(DA CORRIERE.IT)

giovedì 10 aprile 2008

LA PAZZIA DELLE FOLLE

Parole e promesse

Di camminare

Sulle acque

Di tagliare

Le tasse

Di riempire

Le tasche

Di chi

Ha già tutto

Ma che bravi buffoni

E la folla

Sotto al palco

Tra bandiere

E cori da stadio

Benedice a mani giunte

Che tristezza

(da LA PAZZIA DELLE FOLLE di Massimo Marcantoni)

lunedì 7 aprile 2008

IL NUOVO FILM DI GIOVANNA MEZZOGIORNO

Esce il 18 aprile il film L’Amore non basta diretto da Stefano Chiantini ed interpretato da Giovanna Mezzogiorno, Alessandro Tiberi, Rocco Papaleo e Alessandro Haber.

Giovanna Mezzogiorno interpreta Martina, un'assistente di volo.

MATRIMONIO DURA MEZZ'ORA:LA POLITICA LI SEPARA SUBITO

Uno dei matrimoni più brevi della storia: mezzora. Si è celebrato ad Ayvalik, località turca sulla costa egea. La turca Seval Kelebik e il greco Mihailis Kutsakiozis sono stati sposati solo per pochi minuti. I due si erano conosciuti cinque mesi fa ed era stato amore a prima vista. Decisi a sposarsi hanno coronato il loro sogno d’amore sabato scorso. Ma mentre tutti si congratulavano con la sposa, Mihailis è uscito per pochi minuti tornando subito dopo con candele e ha detto: «Mio padre è stato ucciso dai turchi prima della guerra, vorrei che venisse osservato un minuto di silenzio in suo onore». E’ successo il finimondo. La sposa ha lasciato la cerimonia in lacrime, i parenti dello sposo, imbarazzati, hanno fatto di tutto per salvare il salvabile della situazione ma con scarsi risultati. Sembra anche che abbia dato degli ignoranti ai parenti turchi presenti ma su questo le fonti contrastano. Quello che è certo è che la coppia ha divorziato.

(da Corriere.it)

domenica 6 aprile 2008

INDIA:NATA BIMBA CON DUE FACCE

In un piccolo villaggio rurale nell'India settentrionale è nata una bambina con due facce: la piccola ha quattro occhi, due nasi e due bocche. Centinaia di persone hanno iniziato a visitare il paesino Saifi a circa 50 chilometri da Nuova Delhi per rendere culto alla neonata affetta da malformazione, che ora viene vista come un'incarnazione divina. I genitori della piccola, tuttavia, hanno finora rifiutato qualsiasi analisi medica. E la sua storia sta già facendo il giro del mondo.

CAMBIA SESSO E DIVENTA SUORA

Cristina ha 40 anni, l'abito lungo e nero. Si sveglia all'alba per le Lodi e prega molto, fino a sera, alternando il raccoglimento con l'assistenza e il lavoro. È suora francescana, castità, obbedienza e povertà, ma ha dovuto cercarsi una chiesa che la accogliesse perché la sua, quella cattolica romana, le ha «chiuso le porte»: quando è nata, Cristina era maschio, Marco, ma a 20 anni ha cambiato sesso, per poi trovare la sua vocazione. Un caso unico, difficile da accettare per i vescovi fedeli al Papa.

Ora è una religiosa della Riconciliazione, la piccola comunità monastica nata in Italia dalla chiesa vetero-cattolica, vicina a quella anglicana. «Sono nata a Sezze e cresciuta dalle suore — dice Cristina — perché mamma e papà lavoravano. Fin da piccola mi sono sentita femmina. Il ricordo più brutto? Quando mi hanno sequestrato la Barbie. A 13 anni ho parlato a mia madre, mi ha accettato. Appena maggiorenne mi sono operata». Ma la mia vita da cattolica è diventata un inferno. Ho seguito un corso ad Assisi per le vocazioni, ho frequentato le Clarisse, poi mi hanno indirizzata al mio vescovo, a Latina. Saputa la verità ha detto parole terribili: "Sei nata uomo, non potrai né sposarti né prendere i voti". Sono scappata in Inghilterra, in un monastero anglicano. Oggi sono suora francescana e vetero-cattolica. Parlo con Dio, assisto, nel mio cuore resta il sogno di contemplare il Signore in monastero. La castità non mi pesa, la solitudine sì».

 

sabato 5 aprile 2008

246.000 IMPRESE FALLITE NEL 2007

Secondo uno studio della Cgia sono 246.000 le imprese italiane fallite nel 2007.

Record negativo in Sicilia, Abruzzo e Campania.

La più virtuosa è la Basilicata.

 

SETTIMANA POSITIVA IN BORSA

Ritorna la fiducia in borsa dove in settimana gli indici hanno guadagnato in media il 4%.

Nel dettaglio: +4,2% lo S&P, +4,9% il Nasdaq, +4,4% Parigi, +5,2% Milano, +3,1% Francoforte, +4,5% Londra.

La crisi iniziata lo scorso luglio con i mutui subprime non è ancora terminata anche se la recessione USA sembra non spaventare gli operatori finanziari i quali ritengono che sia già stato toccato il fondo.

Intanto sono da segnalare nuovi licenziamenti per alcune aziende leader come i 10.000 tagli di Motorola e gli 8.800 di Dell.

GIOVANNA MEZZOGIORNO

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GIOVANNA MEZZOGIORNO

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giovedì 3 aprile 2008

GIOVANNA MEZZOGIORNO PROTAGONISTA DEL NUOVO FILM DI BELLOCCHIO

Giovanna Mezzogiorno sarà la protagonista del nuovo film di Marco Bellocchio, Vincere.

L'attrice romana interpreterà Ida Dalser,la donna dalla quale Mussolini ebbe un figlio segreto, poi morto in manicomio.Il ruolo del duce è stato affidato a Filippo Timi.

L'inizio delle riprese è previsto per il mese di maggio e probabilmente il film sarà presentato al festival di Berlino nel 2009

EXPO 2015: BRINDA ANCHE LA MAFIA

Brindisi e festeggiamenti dopo l'assegnazione dell'organizzazione dell'expo 2015 alla città di Milano.

Ma accanto a politici ed imprenditori brindano anche la mafia e la criminalità organizzata che vedono nell'expo una ghiotta opportunità di guadagno mediante il controllo degli appalti.

Una volta smaltita l'euforia per la vittoria sarà quindi necessario controllare tutta la macchina organizzativa al fine di evitare infiltrazioni mafiose.