mercoledì 30 novembre 2011

MEDFILM FESTIVAL: OSCAR ALLA CARRIERA PER OMAR SHARIF

Premio alla carriera per Omar Sharif al MedFilm Festival di Roma. Vincitori dell'edizione 2011 sono stati Andrea Segre e Esmati.

martedì 29 novembre 2011

ESCE LA COLONNA SONORA DI "BASILICATA COAST TO COAST"

Esce su cd la colonna sonora del film “Basilicata coast to coast” (ALICE RECORDS / distr.EDEL), la colonna sonora piu’ premiata dell’ultimo anno, composta da Rita Marcotulli che in questo progetto ha riunito alcuni dei più bei nomi della scena jazz italiana, tra cui Fabrizio Bosso, Roberto Gatto, Enzo Pietropaoli, Luciano Biondini, Michele Rabbia e gli ospiti stranieri Andy Sheppard, Matthew Garrison e Mark Mondesir. E le voci dei protagonisti del film nelle vesti di cantanti: Rocco Papaleo, Giovanna Mezzogiorno, Alessandro Gassman, Paolo Briguglia. (da muciscalnews.it)

martedì 22 novembre 2011

RIAPERTE LE INDAGINI SULLA MORTE DELL'ATTRICE NATALIE WOOD

Sono state riaperte le indagini sulla morte dell'attrice Natalie Wood, scomparsa al largo dell'isola di Catalina nel lontano 1981.

GEORGE CLOONEY SARA' STEVE JOBS?

George Clooney potrebbe impersonare Steve Jobs nel film dedicato alla vita del genio fondatore della Apple. In lizza anche Noah Wyle.

LEONARDO PIERACCIONI VINCE IL CAPRI PATRONI GRIFFI

E' andato a Leonardo Pieraccioni il premio Capri Patroni Griffi 2011. Il prossimo film del regista toscano "Finalmente la felicità" uscirà il prossimo 16 dicembre.

venerdì 18 novembre 2011

mercoledì 9 novembre 2011

BUON COMPLEANNO GIOVANNA!

Tanti auguri di buon compleanno a Giovanna Mezzogiorno! La nostra amatissima attrice è infatti nata il 9 novembre 1974. Quest'anno sarà sicuramente un compleanno speciale visto che è diventata da poco mamma.

lunedì 7 novembre 2011

NUOVO FILM PER KIM BASINGER

Kim Basinger torna sul grande schermo. Sta infatti girando il film drammatico "The precious one" che vede tra i protagonisti anche Nick Nolte.

CHI SARA' LA PROTAGONISTA DI "SEX TAPE"?

Reese Witherspoon, Jennifer Garner e Emily Blunt sono i nomi che circolano per il ruolo di protagonista della commedia "Sex tape".

sabato 29 ottobre 2011

SAMUEL L.JACKSON: CAMPIONE DI INCASSI DI TUTTI I TEMPI

Samuel L.Jackson è l'attore campione di incassi di tutti i tempi. I suoi film hanno guadagnato ben 7,42 miliardi di dollari

venerdì 9 settembre 2011

VINCERE DI MARCO BELLOCCHIO STASERA SU RAITRE

Stasera tutti sintonizzati su Raitre! Alle 21.05 ci sarà "Vincere" di Marco Bellocchio con Filippo Timi (alias Benito Mussolini) e Giovanna Mezzogiorno.

venerdì 2 settembre 2011

FESTIVAL VENEZIA: APPLAUSI PER FILM DI CRONENBERG

Applausi al termine della prima stampa di "A dangerous method", il film di David Cronenberg in concorso a Venezia 68. Protagonisti del film sono Keira Knightley (Sabine), Viggo Mortensen (Freud) e Michael Fassbender (Jung), e la partecipazione di Vincent Cassel (Otto Gross). Il regista mette in scena la rivalita' tra i due grandi psicanalisti Freud e Jung e la relazione tra Jung e una sua paziente, l'ebrea russa Sabine Spilrein che diventera' analista e fara' rompere l'amicizia tra i due. (FONTE: ANSA)


giovedì 1 settembre 2011

FESTIVAL VENEZIA: APPLAUSI E RISATE PER "CARNAGE" DI POLANSKI

Applausi convinti e molte risate per la prima stampa di Carnage, l'atteso nuovo film di Roman Polanski, oggi in concorso alla Mostra del cinema di Venezia. Il film, che uscira' il 16 settembre, racconta l'incontro all'inizio conciliatorio alla fine un vero e proprio scontro tra due coppie di genitori. Protagonisti sono Jodie Foster, Kate Winslet, Christopher Waltz e John C. Reilly, per i quali gia' si intravedono le possibilita' di coppe Volpi per le interpretazioni. (fonte: ansa)


mercoledì 31 agosto 2011

FESTIVAL VENEZIA: APPLAUSI AL FILM DI CLOONEY ALLA PRIMA PER LA STAMPA

Applausi convinti dalla stampa al termine della prima proiezione del film scritto, diretto e interpretato da George Clooney, "Le idi di marzo", che questa sera aprira' la Mostra del Cinema di Venezia. Il film, un dramma politico sulla macchina del fango della campagna elettorale di un candidato alla presidenza del Partito democratico, uscira' in sala distribuito dalla 01 il prossimo gennaio. (fonte: ansa)

martedì 30 agosto 2011

GIOVANNA MEZZOGIORNO E' MAMMA! SONO NATI LEONE E ZENO

Giovanna Mezzogiorno è mamma! La bella attrice due giorni fa ha dato alla luce due gemelli maschi: Leone e Zeno. L'ufficio stampa ha comunicato che: "sia la mamma che i bimbi stanno benissimo”. Giovanna Mezzogiorno e il marito Alessio Fugolosi si sono sposati circa un anno fa dopo essersi conosciuti sul set di Vincere di Bellocchio, dove lui lavorava come macchinista.

venerdì 5 agosto 2011

USCIRA' IL 30 SETTEMBRE "BACIATO DALLA FORTUNA"

Uscirà il 30 settembre "Baciato dalla fortuna", commedia diretta da Paolo Costella e scritta da Massimiliano Bruno. Protagonista sarà Vincenzo Salemme (nei panni di un vigile urbano pieno di debiti) ma nel cast spiccano i nomi di Alessandro Gassman, Asia Argento e Giovanna Mezzogiorno.

martedì 28 giugno 2011

GIOVANNA MEZZOGIORNO INCINTA DI DUE GEMELLI

Giovanna Mezzogiorno è ormai al quinto mese di gravidanza e secondo Vanity Fair aspetterebbe due gemelli. La bella attrice è sposata dal 2009 con Alessio Fugolo, macchinista conosciuto sul set del film "Vincere".

martedì 21 giugno 2011

GEORGE CLOONEY (FORSE) APRIRA' IL PROSSIMO FESTIVAL DEL CINEMA DI VENEZIA

Il nuovo film da regista (oltre che interprete) di George Clooney, Le idi di Marzo, potrebbe aprire il 31 agosto la 68/ma Mostra del cinema di Venezia. L'annuncio ufficiale non c'e' ancora, la notizia rimbalza dall'America, da The Hollywood Reporter e da Variety e, secondo quanto si apprende, potrebbe essere confermata a breve qualora la trattativa in corso andasse a buon fine. E' un dramma politico su trucchi e compromessi della politica Usa con Clooney, Paul Giamatti e Ryan Gosling. (fonte: ansa)


martedì 14 giugno 2011

STEFANO ACCORSI NEL CAST DEL FILM "I CALCIANTI"

Stefano Accorsi sarà nel cast del film "I calcianti", opera prima del regista Stefano Lorenzi. Il film sarà girato a Firenze nell'estate 2012 e racconta la storia del calcio storico fiorentino.

lunedì 13 giugno 2011

E' X-MEN IL FILM PIU' VISTO DEL WEEK-END

X-Men L'inizio irrompe nel box office italiano, si piazza al top e scalza un osso duro come i Pirati dei Caraibi Oltre i confini del mare: la pellicola di fantascienza in 5 giorni e 522 sale ha incassato 1.336.133 euro (977.983 solo nel fine settimana). La coppia Depp-Cruz scivola al terzo posto: nel week-end ha totalizzato 736.675 euro, 16.039.742 in 4 settimane di programmazione. Al secondo posto tiene Una notte da Leoni 2 con 761.234 euro in questo week-end e 1.336.133 euro in 3 settimane. (FONTE: ANSA)

giovedì 26 maggio 2011

A PUPI AVATI IL NASTRO D'ARGENTO SPECIALE

Pupi Avati ''per la sua sconfinata giovinezza cinematografica e soprattutto per un film che affronta con delicatezza e straordinaria intensita' un tema personale e sociale importante, cinematograficamente inedito'' ha vinto il Nastro d'Argento speciale. L'annuncio alla vigilia della serata nella quale i giornalisti cinematografici presenteranno ufficialmente le 'cinquine' dei candidati 2011 e consegneranno alcuni premi speciali.

mercoledì 25 maggio 2011

PREMIO AFRODITE A VITTORIA PUCCINI E PAOLA CORTELLESI

Vittoria Puccini attrice dell'anno, Paola Cortellesi miglior personaggio, Corpo celeste debutto di Alice Rohrwacher con Anita Caprioli: sono alcune delle vincitrici del premio Afrodite. La serata di premiazione, giovedi' 31 maggio a Roma agli Studios cinematografici, sara' condotta dallo sceneggiatore e giornalista Andrea Purgatori, affiancato da Laura Delli Colli, presidente della giuria 2011. (fonte: ansa)

L'ULTIMO HARRY POTTER APRIRA' IL GIFFONI FILM FESTIVAL

Sarà Harry Potter e i doni della morte - Parte 2 ad inaugurare, il 12 luglio, la 41/a edizione del Giffoni Film Festival. Il film, diretto da David Yates, uscirà in Italia il 13 luglio distribuito dalla Warner Bros. e il 15 luglio in tutto il mondo. Il festival - che gia' nel 2009 aveva aperto i battenti con 'Harry Potter e il Principe Mezzosangue' - è il luogo ideale dove presentare, nello splendore visivo del 3D, il capitolo conclusivo della saga fantasy. (fonte: ansa)


lunedì 25 aprile 2011

"RIO" IL FILM PIU' VISTO DEL WEEK END PASQUALE

"Rio", il cartoon in 3d di Carlos Saldahna è il film più visto nel week end pasquale con un incasso di 1.352.000 euro. Al secondo posto resta "Habemus Papam" di Nanni Moretti con 1.021.000 euro. New entry al terzo posto "Faccio un salto all'Avana" di Dario Baldi con Brignano e Pannofino (975.000 euro), mentre scende al quarto posto "Limitless" con Bradley Cooper e Robert De Niro.

domenica 17 aprile 2011

FILM DA VEDERE: HABEMUS PAPAM DI NANNI MORETTI

  • un film di Nanni Moretti
  • con Michel Piccoli, Jerzy Stuhr, Renato Scarpa, Franco Graziosi, Leonardo Della Bianca.
  • Genere: Commedia
  • Durata: 110
  • Paese: Italia, Francia 2011

E’ notte. All’interno del vaticano un lungo corridoio vuoto e silenzioso. I lampadari di cristallo illuminano gli affreschi e gli arazzi alle pareti. Improvvisamente il silenzio viene rotto da un urlo di donna: si apre la porta di una stanza e una suora esce di corsa, piangendo. La porta rimane spalancata. Dentro, tra le migliaia di volumi di una grande biblioteca, c’è un uomo riverso a terra. È il Papa.
Inizia probabilmente così – come si evince dallo stralcio di sceneggiatura pubblicato sul sito ufficiale del film – Habemus Papam, divertente commedia che Nanni Moretti, qui al suo undicesimo film, incentra sui dilemmi interiori di un neo-papa in crisi d’identità. Il Papa in questione è il cardinale Melville, interpretato dal parigino Michel Piccoli e simbolicamente chiamato con il nome di Celestino VI (non un caso, visto che Celestino V, nel 1294, fu uno dei pochissimi pontefici a decidere per l’abdicazione). Moretti, invece, veste i panni di un noto psicanalista, chiamato dal Consiglio dei cardinali per curare la depressione dell’anziano capo della Chiesa.
Grazie alle stravaganti trovate dello psicanalista Moretti (su tutte l’improvvisata partita di pallavolo tra due squadre di cardinali), lo spettatore ha la possibilità di girare in lungo e in largo nelle stanze e nei cortili del Vaticano (sapientemente ricostruiti attraverso un patchwork di palazzi storici e residenze signorili del centro della capitale) e di conoscere (e apprezzare) il lato umano delle grigie gerarchie ecclesiali.
Nel cast figura, oltre a Margherita Buy, Renato Scarpa e Franco Graziosi, anche il regista polacco Jerzy Stuhr, nastro d’argento europeo e grande amico di Moretti. Poco altro si conosce di Habemus Papam, contraddistinto come tutti i lavori del regista romano da un velo di mistero e di stretto riserbo. E anche l’incipit stesso del film, del resto, è messo in discussione da un NO – scritto a penna – che campeggia sulla copia della sceneggiatura pubblicata su Internet. Un mistero nel mistero. Non rimane che attendere curiosi l’uscita del film. (scheda Mymovies)

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giovedì 14 aprile 2011

TUTTI I FILM DEL FESTIVAL DI CANNES (11-22 MAGGIO 201)

Due film italiani in corsa per la Palma d'Oro al 64° festival di Cannes che si svolgerà dall'11 al 22 maggio. Sono "Habemus Papam" (da domani al cinema) di Nanni Moretti, con Michel Piccoli nei panni di un Papa in crisi e "This must be the place" di Paolo Sorrentino interpretato da Sean Penn. Da sottolineare poi che Bernardo Bertolucci riceverà la Palma d'oro alla carriera, mentre ci sarà il debutto dietro la cinepresa di Alice Rohrwacher, scelta per la Quinzaine des realisateurs. Tra gli altri film in concorso non mancano poi i grandi nomi del cinema internazionale: i belgi Jean-Pierre e Luc Dardenne (Le gamin du velo), il danese Lars Von Trier (Melancholia, con Kirsten Dunst, Charlotte Gainsbourg e Kiefer Sutherland), lo statunitense Terence Malick (The Tree of Life, con Brad Pitt e Sean Penn) e lo spagnolo Pedro Almodovar (La Piel que habito). Molto attesi, fuori competizione, il chiacchierato «Midnight in Paris» di Woody Allen, con Carla Bruni (che potrebbe essere presente il primo giorno), «The Beaver» di Jodie Foster, il quarto episodio della saga «Pirati dei Caraibi» di Rob Marshall, con Johnny Depp e Penelope Cruz, attesissimi sul red carpet, e «Restless» di Gus van Sant.

NANNI MORETTI E PAOLO SORRENTINO IN GARA A CANNES

Nanni Moretti con 'Habemus Papam' e Paolo Sorrentino con 'This must be the place' saranno in gara al 64/o festival di Cannes.

lunedì 11 aprile 2011

BERNARDO BERTOLUCCI RICEVERA' LA PALMA D'ORO ALLA CARRIERA A CANNES

Bernardo Bertolucci riceverà, la sera dell'11 maggio, durante la cerimonia d'apertura del 64/o Festival di Cannes la Palma d'oro alla carriera. La cerimonia avverrà alla presenza del presidente di giuria Robert De Niro che fu uno dei protagonisti di "Novecento". In una dichiarazione il presidente Gilles Jacob e il delegato generale Thierry Frèmaux sottolineano "la qualità della sua opera che si rivela oggi nella sua singolarità e ampiezza e la forza del suo impegno nei confronti del cinema e il suo legame con Cannes".

sabato 9 aprile 2011

MORTO SIDNEY LUMET, IL REGISTA DI SERPICO

Lutto nel mondo del cinema. È morto Sidney Lumet, regista di film di Serpico, Quel pomeriggio di un giorno da cani, La parola ai giurati, La collina del disonore, Assassinio sull'Orient Express, Il verdetto, Network e Quinto Potere. Aveva 86 anni e da tempo era malato di linfoma.

giovedì 7 aprile 2011

TUTTE LE CANDIDATURE AI DAVID DI DONATELLO 2011

"Noi credevamo" di Mario Martone e "Benvenuti al sud" di Luca Miniero sono i film che hanno ottenuto più candidature ai David di Donatello 2011, rispettivamente 13 e 10. Ecco tutte le candidature:

MIGLIOR FILM:
BASILICATA COAST TO COAST di Rocco Papaleo 
BENVENUTI AL SUD di Luca Miniero 
NOI CREDEVAMO di Mario Martone 
LA NOSTRA VITA di Daniele Luchetti 
UNA VITA TRANQUILLA di Claudio Cupellini

MIGLIORE REGISTA
Marco Bellocchio (SORELLE MAI) 
Saverio Costanzo (LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI) 
Claudio Cupellini (UNA VITA TRANQUILLA) 
Michelangelo Frammartino (LE QUATTRO VOLTE) 
Paolo Genovese (IMMATURI) 
Daniele Luchetti (LA NOSTRA VITA) 
Mario Martone (NOI CREDEVAMO) 
Luca Miniero (BENVENUTI AL SUD)

MIGLIORE REGISTA ESORDIENTE
Aureliano Amadei (20 SIGARETTE) 
Massimiliano Bruno (NESSUNO MI PUÒ GIUDICARE) 
Edoardo Leo (DICIOTTO ANNI DOPO) 
Rocco Papaleo (BASILICATA COAST TO COAST) 
Paola Randi (INTO PARADISO)

MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA -
Paola Cortellesi (NESSUNO MI PUÒ GIUDICARE) 
Sarah Felberbaum (IL GIOIELLINO) 
Angela Finocchiaro (BENVENUTI AL SUD) 
Isabella Ragonese (LA NOSTRA VITA) 
Alba Rohrwacher (LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI)

MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA
Antonio Albanese (QUALUNQUEMENTE) 
Claudio Bisio (BENVENUTI AL SUD) 
Elio Germano (LA NOSTRA VITA) 
Vinicio Marchioni (20 SIGARETTE) 
Kim Rossi Stuart (VALLANZASCA GLI ANGELI DEL MALE)

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
Barbora Bobulova (LA BELLEZZA DEL SOMARO) 
Valeria De Franciscis Bendoni (GIANNI E LE DONNE) 
Anna Foglietta (NESSUNO MI PUÒ GIUDICARE) 
Valentina Lodovini (BENVENUTI AL SUD) 
Claudia Potenza (BASILICATA COAST TO COAST)

MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA
Giuseppe Battiston (LA PASSIONE) 
Raoul Bova (LA NOSTRA VITA) 
Francesco Di Leva (UNA VITA TRANQUILLA) 
Rocco Papaleo (NESSUNO MI PUÒ GIUDICARE) 
Alessandro Siani (BENVENUTI AL SUD)

MIGLIORE SCENEGGIATURA
Rocco Papaleo, Valter Lupo (BASILICATA COAST TO COAST) 
Paolo Genovese (IMMATURI) 
Mario Martone, Giancarlo De Cataldo (NOI CREDEVAMO) 
Sandro Petraglia, Stefano Rulli, Daniele Luchetti (LA NOSTRA VITA) 
Filippo Gravino, Guido Iuculano, Claudio Cupellini (UNA VITA TRANQUILLA)

MIGLIORE PRODUTTORE -
Tilde Corsi, Gianni Romoli, Claudio Bonivento (20 SIGARETTE) 
Isabella Cocuzza e Arturo Paglia per Paco Cinematografica, Mark Lombardo per Eagle Pictures, Elisabetta Olmi per Ipotesi Cinema (BASILICATA COAST TO COAST) 
Medusa in collaborazione con Cattleya (BENVENUTI AL SUD) 
Angelo Barbagallo per Bibi Film Tv, Isaria Productions con la collaborazione di Rai Cinema (GIANNI E LE DONNE) 
Carlo Degli Esposti con Conchita Airoldi e Giorgio Magliulo (NOI CREDEVAMO) 
Gregorio Paonessa e Marta Donzelli per Vivo Film (Italia), Susanne Marian e Philippe Bober per Essential Filmproduktion (Germania), Gabriella Manfrè per Invisibile Film (Italia), Elda Guidinetti e Andreas Pfaeffli per Ventura Film (Svizzera) (LE QUATTRO VOLTE)

MIGLIORE MUSICISTA
Rita Marcotulli, Rocco Papaleo (BASILICATA COAST TO COAST) 
Umberto Scipione (BENVENUTI AL SUD) 
Teho Teardo (IL GIOIELLINO) 
Fausto Mesolella (INTO PARADISO) 
Hubert Westkemper (NOI CREDEVAMO)

MIGLIORE CANZONE ORIGINALE
«Mentre dormi» testi di Gimmi Cantucci e Max Gazzè musica e interpretazione di Max Gazzè (BASILICATA COAST TO COAST) 
«L'amore non ha religione» musica, testi, interpretazione di Luca Medici (CHE BELLA GIORNATA) «Immaturi» musica, testi, interpretazione di Alex Britti (IMMATURI) 
«Capocotta Dreamin'» musica di Maurizio Filardo testi e interpretazione di Massimiliano Bruno e Marco Conidi (NESSUNO MI PUÒ GIUDICARE) 
«Qualunquemente» musica di Peppe Voltarelli, Salvatore De Siena, Amerigo Sirianni, testi di Peppe Voltarelli, Antonio Albanese, Piero Guerrera, interpretata da Antonio Albanese (QUALUNQUEMENTE)

MIGLIORE DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA
Vittorio Omodei Zorini (20 SIGARETTE) 
Luca Bigazzi (IL GIOIELLINO) 
Renato Berta (NOI CREDEVAMO) 
Fabio Cianchetti (LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI) 
Arnaldo Catinari (VALLANZASCA GLI ANGELI DEL MALE)

MIGLIOR FILM EUROPEO
Another Year di Mike Leigh, 
Il discorso del re di Tom Hooper, 
In un mondo migliore di Susanne Bier, 
Uomini di Dio di Xavier Beauvois 
Il segreto dei suoi occhi di Campanella

MIGLIORE SCENOGRAFO
Francesco Frigeri (AMICI MIEI COME TUTTO EBBE INIZIO) 
Paola Comencini (BENVENUTI AL SUD) 
Paki Meduri (INTO PARADISO) 
Emita Frigato (NOI CREDEVAMO) 
Tonino Zera (VALLANZASCA GLI ANGELI DEL MALE)

MIGLIORE COSTUMISTA -
Alfonsina Lettieri (AMICI MIEI COME TUTTO EBBE INIZIO) 
Nanà Cecchi (CHRISTINE CRISTINA) 
Francesca Sartori (LA PASSIONE) 
Ursula Patzak (NOI CREDEVAMO) 
Roberto Chiocchi (VALLANZASCA GLI ANGELI DEL MALE)

MIGLIORE TRUCCATORE
Vincenzo Mastrantonio (AMICI MIEI COME TUTTO EBBE INIZIO) 
Lorella De Rossi (GORBACIOF) 
Vittorio Sodano (NOI CREDEVAMO) 
Gianfranco Mecacci (LA PASSIONE) 
Francesco Nardi, Matteo Silvi (VALLANZASCA GLI ANGELI DEL MALE)

MIGLIORE ACCONCIATORE -
Ferdinando Merolla (AMICI MIEI COME TUTTO EBBE INIZIO) 
Maurizio Tamagnini (CHRISTINE CRISTINA) 
Aldo Signoretti (NOI CREDEVAMO) 
Teresa Di Serio (QUALUNQUEMENTE)
Massimo Gattabrusi (LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI)
Claudia Pallotti, Teresa Di Serio (VALLANZASCA GLI ANGELI DEL MALE)

MIGLIORE MONTATORE -
Alessio Doglione (20 SIGARETTE) 
Jacopo Quadri (NOI CREDEVAMO) 
Mirco Garrone (LA NOSTRA VITA) 
Francesca Calvelli (SORELLE MAI) 
Consuelo Catucci (VALLANZASCA GLI ANGELI DEL MALE)

MIGLIORE FONICO DI PRESA DIRETTA -
Mario Iaquone (20 SIGARETTE) 
Francesco Liotard (BASILICATA COAST TO COAST) 
Gaetano Carito, Maricetta Lombardo (NOI CREDEVAMO) 
Bruno Pupparo (LA NOSTRA VITA) 
Paolo Benvenuti, Simone Paolo Olivero (LE QUATTRO VOLTE)

domenica 3 aprile 2011

FILM DA VEDERE: LA FINE E' IL MIO INIZIO

  • un film di Jo Baier
  • con Bruno Ganz, Elio Germano, Erika Pluhar, Andrea Osvart, Nicolò Fitz-William Lay
  • Genere: Drammatico
  • Durata: 98 min.
  • Paese: Germania, Italia 2011

Mancano poche settimane alla fine. Tiziano Terzani, da tempo malato di cancro, sta per morire. Mentre raccoglie i suoi ultimi pensieri, tra salutari risate e umane preoccupazioni, decide di richiamare il figlio Folco da New York per trascorrere con lui, nella sua casa di campagna, un momento di confronto confessionale. Quei dialoghi, registrati con devoto impegno dal figlio, diventeranno il libro “La fine è il mio inizio”.
Il film di Jo Baier è un atto di coraggio che sfida le dure leggi dell’intrattenimento perché è un’opera fatta di parole, silenzi e sguardi, pochi movimenti agitati e tante inquadrature delicate. Chiusi, e allo stesso tempo liberi, nella casa di campagna del giornalista, i protagonisti sono in burrasca, attendono con controllata pacatezza un dolore annunciato. Ma il desiderio di ribellarsi ad un programma stabilito di sofferenza viene incanalato in un senso più ampio di pace. La confessione arguta di un uomo che ripercorre, episodio dopo episodio (l’incontro con la moglie Angela, gli aneddoti sui due figli), paese dopo paese (Cina, Vietnam, Singapore), tutte le più grandi esperienze della sua vita, investe il figlio della responsabilità di registrare tutto perché, mentre il corpo se ne va, l’animo continui a vivere nella memoria di chi rimane.
Lo spettatore deve predisporsi all’ascolto, deve calibrare i propri istinti emotivi, lasciarsi andare alla commozione ma allo stesso tempo rimanere vigile di fronte al pensiero finale di un uomo che potrebbe sembrare esoterico (il contatto stretto con la natura, la predisposizione a riflessioni sull’universo, e l’abbigliamento da ‘santone’), ma che invece evita qualsiasi tentazione new age. Anche quando racconta del volo di una coccinella sull’Himalaya o delle cavallette che ricordano primavera, il suo personale panteismo naturalistico non rappresenta mai un punto d’arrivo ma un passaggio che chiama altro sapere. E così, anche alla fine della vita corporea, non smette di curiosare tra le profondità dell’anima, tentando – e infine trovando – un modo umanamente altissimo di andarsene.
Ridere per poter morire in pace, seppur con rabbia. E morire ridendo. Abbandonarsi a ciò che accomuna tutti gli uomini con accettazione, dimostrando che si può volgere lo sguardo al passato, ripensare a ciò che si è fatto e riconoscersi: fare la vita che si desidera è fattibile, dice il padre Tiziano al figlio Folco. Bruno Ganz e Elio Germano dimostrano di aver compreso la profondità del suo pensiero e, con dedizione e rispetto, rappresentano, il primo l’ingombrante ombra di un padre straordinario ma difficile da raggiungere, il secondo l’intelligente volontà di essere diverso dal genitore, pur ammirandone lo spirito da esploratore. Un’eredità aggraziata che, in tempi di distrazione cronica e rumore generalizzato, dimostra di essere un gioiello preziosissimo. (scheda MyMovies)

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martedì 29 marzo 2011

BENVENUTI AL SUD: BOOM DI INCASSI ANCHE IN SPAGNA

''Benvenuti al Sud'', film-evento del 2010, ha fatto breccia anche in Spagna dove, uscito in una ottantina di sale, ha gia' incassato oltre un milione di euro, ricavando un consenso non frequente per il cinema italiano all'estero. In Italia e' invece il momento del Dvd del film: appena uscito (anche in versione Blu-ray) ha fatto registrare un autentico ''boom'' commerciale: circa 60 mila pezzi e quasi 5 mila Blu-ray venduti in pochi giorni. (fonte: ansa)

lunedì 28 marzo 2011

CLASSIFICA FILM PIU' VISTI

Il film "Nessuno mi può giudicare" continua a sbancare il botteghino. La commedia di Massimiliano Bruno con Paola Cortellesi che interpreta una escort per necessità, è per la seconda settimana al primo posto al box office con un incasso totale di 5 milioni di euro (5.321.764). Al secondo posto "Amici, amanti e...", la commedia romantica con Natalie Portman e Ashton Kutcher, mentre scivola al terzo posto il prequel di Amici miei.

sabato 26 marzo 2011

FILM DA VEDERE: GIANNI E LE DONNE

  • un film di Gianni Di Gregorio
  • con Gianni Di Gregorio, Valeria de Franciscis, Alfonso Santagata, Elisabetta Piccolomini.
  • t;Genere: Commedia
  • Durata: 90 min
  • Paese: Italia 2011.

Gianni ha sessant’anni, una natura mite, nessuna ambizione e troppi rimpianti. Vessato da una figlia svagata, una moglie remota e una mamma esagerata, da diversi anni versa in una baby pensione e dentro un quotidiano rassegnato. A piedi o a bordo della sua desueta Alfa 164, Gianni trascina se stesso per la capitale e trova sempre una bottiglia per dimenticarsi. Incoraggiato da un amico avvocato e risvegliato da bionde badanti, vicine mondane, primi amori, gemelle intriganti, l’uomo prova a scuotersi dal torpore, a emanciparsi dall’ingombrante figura materna e a procurarsi un amante che rinverdisca la sua età. Respinte le sue avance indolenti, Gianni prenderà coscienza dei suoi tanti anni.
Seconda volta per Gianni Di Gregorio che si presenta di nuovo in primo piano e in rifrangenza tra pubblico e privato, dentro un presente che non gratifica e un futuro che non riesce proprio a immaginarsi. Alzatosi sazio e pienamente soddisfatto dal suo Pranzo di Ferragosto, che ottenne il plauso della critica e del pubblico, il regista romano raddoppia l’allegria con una commedia in frustrata ricerca di riempitivi al vuoto esistenziale di un uomo di mezza età. Gianni, appunto.
Persona e personaggio coincidono ancora una volta sullo schermo, trascinandosi abulici in un appartamento di Trastevere, provvedendo con sollecitudine alla viziata madre e cercando qualcuna per amarsi magari un po’ di più. Trasteverino, classe 1949, attore teatrale, aiuto regista di Matteo Garrone, sceneggiatore di Sembra morto ma è solo svenuto e co-sceneggiatore di Gomorra, Di Gregorio gira una commedia garbata, che lo pedina in soggettiva per le strade di una Roma fuori dalla canicola ferragostana e placata in rassegnate malinconie. Dopo aver messo in scena la seconda infanzia e obbligato il cinema a ripensare una società che includa l’anziano, in cerca di una felicità edonistica e abbandonato ai piaceri del cibo e del vino, l’autore romano affronta questa volta gli sbandamenti sentimentali di un uomo di mezza età alle prese col gentil sesso. Da sempre soggetto passivo e bersaglio ideale del dispotismo femminile (a partire da quella madre esigente ed emotivamente soffocante), Gianni cavalca maldestramente, incalzato da un azzeccagarbugli suadente, i comportamenti collettivi di moda, finendo per rendersi ridicolo agli occhi di chi voleva corteggiare e magari ‘possedere’.
Ma Gianni non ha (più) l’età per corrispondere la giovinezza e nemmeno il denaro per corromperla. A ripensarci poi, a mancargli è pure la volontà, troppo indolente per permettersi una rivoluzione sessuale, meglio allora abbandonarsi a un clima di crescente smarrimento e arrendersi all’evidenza di un corpo corrotto e poco attraente, alla propria bellezza incrinata e appassita. Sfuggendo il cinema omologato, Di Gregorio sceglie ritmi e modi per parlare di sé, producendo toni cupi e una serietà autoironica, che si stemperano dentro a un universo ricomposto in una saggia armonia.
Rimanendo fedele a se stesso e al suo film d’esordio, il beato tra le gonne (le donne e le nonne) coinvolge di nuovo lo spettatore con la potente matrice autobiografica del suo cinema appena cominciato. (scheda Mymovies)

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FILM DA VEDERE: BEYOND

  • un film di Pernilla August
  • con Noomi Rapace, Ola Rapace, Outi Mäenpää, Ville Virtanen, Tehilla Blad
  • Genere: Drammatico
  • Durata: 92 min.
  • Paese: Svezia, Finlandia 2010

Svezia. Festa di Santa Lucia. Padre, madre e due figli si svegliano serenamente. Il telefono squilla. È la madre di Leena che la cerca. Leena riattacca. Il telefono squilla nuovamente: è un ospedale che la informa che sua madre sta per morire e vuole vederla. Leena non vuole raggiungerla ma il marito la obbliga. Quel viaggio e quella visita fanno riemergere il passato della donna e di suo fratello.
È un film sulla rimozione di ciò che ci ha ferito nell’infanzia l’opera prima di Pernilla August, attrice scoperta da Ingmar Bergman che le offrì un ruolo in Fanny e Alexander e che poi ha avuto e continua ad avere una carriera prestigiosa. È un film sulla rimozione perché ci fa sentire quasi fisicamente come la ricerca di una condizione di vita accettabile dopo le sofferenze patite in giovane età reclami sempre una vittima: la memoria del passato. Leena non vuole più sentire parlare di quella madre alcolizzata che odiava ed amava un padre altrettanto disturbato. Perché ritrovare lei significa far riemergere quel passato che, come nel miglior Ibsen, è costato tanta fatica seppellire mentendo a se stessi.
Nel film della August a ciò si aggiunge un ulteriore e altrettanto importante elemento: il padre e la madre di Leena erano emigranti finlandesi. La barriera linguistica e quella socioeconomica finiscono con l’erigersi a ulteriore e determinante ostacolo per una convivenza accettabile. Il film però, come accade nella vita, non sottolinea nei numerosi flashback solo i lati oscuri del vivere in famiglia.
Mostra anche i necessari tentativi messi in atto dai figli per tentare una sopravvivenza, per cercare cioè quel soffio di vita e di serenità che è indispensabile per la crescita di un essere umano. (scheda Mymovies)

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sabato 5 marzo 2011

FILM DA VEDERE: IL GIOIELLINO

  • un film di Andrea Molaioli.
  • con Toni Servillo, Remo Girone, Sarah Felberbaum, Lino Guanciale, Fausto Maria Sciarappa
  • Genere: Drammatico
  • Durata: 110 min.
  • Paese: Italia, Francia 2011

Ernesto Botta, uomo sgradevole e introverso, è ragioniere presso l’azienda agro-alimentare della famiglia Rastelli, un ‘gioiellino’ quotato in Borsa e lanciato con disinvoltura su nuovi mercati internazionali. Abile nelle battaglie finanziarie e nelle alchimie di bilancio, Botta fa quadrare il cerchio e fa il lavoro sporco, ritagliandosi poche ore per un bicchiere di vino pregiato, un amplesso verticale sbrigativo e una conversazione in inglese su musicassetta. Costruita la propria fortuna su latte, merendine e biscotti, i Rastelli frequentano casa, chiesa e azienda con la medesima devozione, circondandosi di politici ed ecclesiastici sostenitori e fanatici del made in Italy. Nel tempo libero gestiscono squadre di calcio, sfrecciano con le Lamborghini sulle strade della provincia piemontese, restaurano monumenti, finanziano la cultura, sostengono gli enti morali, sperimentano attività turistiche e naturalmente accumulano debiti. La gestione spregiudicata e irresponsabile li condurrà in pochi anni sull’orlo del fallimento. Ma Ernesto Botta ha un asso nella manica e un piano di ‘lunga conservazione’: gonfiare i bilanci aziendali e inventarsi il denaro. Dopo aver girato un’opera di genere che parlava d’altro e provava a scrollarsi di dosso l’ovvio di troppo cinema italiano, Molaioli si trasferisce questa volta in Piemonte, dove torna a guardare la provincia come immagine di una società viziata e sofferente. Se La ragazza del lago avviava un’indagine introspettiva a partire da un corpo senza vita annegato e poi abbandonato sulla riva, Il gioiellino si concentra su una corporationaffogata dai debiti e poi costretta alla bancarotta. Ancora una volta al centro della vicenda c’è Toni Servillo, gelido, impenetrabile e in statuaria tensione nell’interpretazione di un ragioniere fraudolento e trattenuto da ogni coinvolgimento affettivo. Il prestigiatore di Servillo, al servizio del ‘candido’ imprenditore di Remo Girone, che si è fatto da sé a colpi di latte, pallone e viaggi esotici, è l’anima pulsante di un film che approfondisce il comportamento sociale e privato di un imperatore del latte, dei suoi cortigiani, dei suoi cassieri, dei suoi contabili, dei suoi figli e dei suoi nipoti, la cui determinazione si volge in spregiudicatezza, degenerando in avidità e assenza di scrupoli.
Molaioli dà allora forma antropomorfa all’insieme di teorie e prassi alla base di una politica finanziaria virtuale e drogata dentro la fotografia onirica e ‘fuori fuoco’ di Luca Bigazzi. L’unità del film è data proprio da questa riduzione del plurale nel singolare, che rivela sognatori megalomani sbrigliati in una cupidigia giocata a tutto campo con gusto del rischio e di una sfrontata sicurezza. Figure esaltate e gonfiate come i bilanci certificati sulle loro scrivanie, che anticipano la caduta e tracciano la parabola di un disfacimento morale. Persone prima che personaggi partoriti dalla benevolenza della provincia, che il regista osserva a distanza, senza simpatie o condanne, producendosi in un discorso sulla condizione dell’uomo che non concede tempo alla sua coscienza e intraprende un destino di distruzione. Giocatori d’azzardo che avevano tutto da nascondere e una faccia pulita da ‘dichiarare’...(scheda Mymovies)

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sabato 26 febbraio 2011

FILM DA VEDERE: IL GRINTA

  • un film di Ethan Coen, Joel Coen
  • con Jeff Bridges, Matt Damon, Josh Brolin, Hailee Steinfeld, Barry Pepper
  • Genere: Western
  • Durata: 110 min
  • Paese: USA 2010
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Mattie Ross è una quattordicenne fermamente intenzionata a portare dinanzi al giudice, perché venga condannato alla pena capitale, Tom Chaney l’uomo che ha brutalmente assassinato suo padre. Per far ciò ingaggia lo sceriffo Rooster Cogburn non più giovane e alcolizzato ma ritenuto da tutti un uomo duro. Cogburn non vuole la ragazzina tra i piedi ma lei gli si impone. Così come, in un certo qual modo, gli verrà imposta la presenza del ranger texano LaBoeuf. I tre si mettono sulle tracce di Chaney che, nel frattempo, si è unito a una pericolosa banda.
“I malvagi fuggono quando nessuno li insegue”. Con questo passo dal Libro dei Proverbi si apre il film che rappresenta l’ennesima sfida dei Coen. Questa volta i due registi decidono di confrontarsi al contempo con un genere che hanno (seppure a modo loro) già esplorato (il western) e con un’icona del cinema di nome John Wayne. Non era un’impresa facile realizzare un remake del film di Henry Hathaway che fece vincere l’Oscar al suo protagonista. Ma, come sempre, i Coen riescono a costruire un’opera totalmente personale pur rispettando (più dell’originale) lo spirito del romanzo di Charles Portis a cui la sceneggiatura si ispira.
Già la citazione biblica ne è un segno. Mattie è spinta a cercare giustizia da un carattere assolutamente determinato e lontano dall’iconografia della donna del West (Calamity Jane, Vienna/Joan Crawford e pochi altri esempi a parte) ma anche da un fondamentalismo che ha radici religiose. I Coen eliminano visivamente il prologo proponendo la vicenda come un flashback della memoria della donna Mattie. Una donna divenuta troppo precocemente tale perché nata in un mondo in cui dominano l’ignoranza (“Mia madre sa a malapena fare lo spelling della parola cat”) e la morte.
È un film sul distacco, sulla perdita, sulla separazione Il Grinta. Mattie non bacerà il cadavere del padre (per quanto sollecitata) ma assisterà all’impiccagione di tre condannati due dei quali potranno esprimere il loro pentimento o la loro rabbia. Il terzo non potrà farlo: è un nativo pellerossa. La stessa Mattie però dormirà nella stanza mortuaria accanto ai cadaveri degli impiccati. Da quel momento avrà inizio un lungo percorso in cui Rooster Cogburn, detto Il Grinta, sarà una sorta di disincantato ma al contempo dolente Virgilio pronto a raccontare di sé e del suo confronto quotidiano con una morte inferta o subita. Mattie lo vedrà per la prima volta non mentre arriva in città con i malfattori catturati (come nel film del 1969) ma emergere progressivamente alla visione mentre in tribunale gli viene chiesto conto degli omicidi (a favore della Legge certo ma sempre omicidi) compiuti. Jeff Bridges è perfetto nel rendere quasi tangibile questa figura di uomo della frontiera cinematograficamente in bilico tra la classicità e lo spaghetti-western. (scheda MyMovies)

domenica 20 febbraio 2011

FILM DA VEDERE: ANOTHER YEARS

 

  • un film di Mike Leigh
  • con Jim Broadbent, Lesley Manville, Ruth Sheen, Oliver Maltman, Peter Wight
  • Genere: Drammatico
  • Durata: 129 min
  • Paese: Gran Bretagna 2010

Lo scorrere delle stagioni di un anno accompagna la vita di un gruppo di personaggi. Gerri, psicologa e Tom, geologo, sono sposati da decenni e hanno un figlio avvocato, il trentenne Joe che conduce vita indipendente ma non ha ancora una compagna. Gerri e Tom ospitano spesso Mary, segretaria nella clinica in cui lavora Gerri sempre in cerca di un uomo col quale condividere le proprie tensioni. A loro si aggiungerà Ken, vecchio amico di Tom e ora spesso ubriaco. In autunno Joe porterà un sorpresa che i genitori troveranno molto piacevole: Katie, una terapista occupazionale di cui si è innamorato ricambiato. L’inverno una morte improvvisa colpirà la famiglia.
Mike Leigh, dopo la variazione sul tema di Happy Go Lucky torna ai suoi soggetti preferiti: le persone (non i personaggi si badi bene) colte nel loro quotidiano con i piccoli/grandi problemi del vivere e con le piccole/grandi gioie (i pomodori coltivati nell’orto fuori città). Leigh è innanzitutto un grande sceneggiatore. Non c’è uno dei suoi caratteri che pronunci frasi che suonino false ma quello che soprattutto resta intatto nel suo fare cinema è la pietas nei confronti delle persone che ritrae in frammenti di vita in cui ci si può in tutto o in parte riconoscere anche se si vive a latitudini diverse. Sia chiaro che non si tratta di ‘pietismo’. I suoi protagonisti non si piangono addosso. Vivono le loro contraddizioni, ne soffrono, Leigh ci mostra le loro lacrime ma anche i loro sorrisi senza pretendere nè di fare della facile psicologia nè, in questo caso, di analizzare uno spaccato sociale particolarmente definito. (scheda MyMovies)

 

FESTIVAL DEL CINEMA DI BERLINO: TUTTI I PREMI

Questi i premi assegnati nella serata conclusiva della 61esima edizione della Berlinale:
- Orso d'Oro per miglior film: Nader and Simin, A Separation, del regista iraniano Asghar Farhadi. 
- Orso d'argento per Gran premio della giuria: The Turin Horse, del regista ungherese Bela Tarr. 
- Orso d'argento per il miglior regista: Ulrich Koehler per il filmSleeping sickness
- Orso d'argento per la migliore attrice: Leila Hatami, Sarina Farhadi e Sareh Bayat per il film Simin and Nader, A separation, di Asghar Farhadi. 
- Orso d'argento per il migliore attore: Payman Moadi, Shahab Hosseini, Babak Karimi per il filmSimin and Nader, A separation, di Asghar Farhadi. 
- Orso d'argento per la migliore sceneggiatura: The forgiveness of blood, del regista Joshua Marston. 
- Orso d'argento per il miglior contributo artistico: El premio, della regista Paula Markovitch, che è stato premiato per la migliore fotografia (del polacco Wojciech Staron) e la migliore scenografia (dell'argentina Barbara Enriquez). 
- Premio Alfred Bauer: If not us, who, del regista tedesco Andres Veiel. 
- Migliore opera prima: On the Ice, del regista Andrew Okpeaha MacLean. 
- Orso d'oro per il miglior cortometraggio: Night fishing, del gruppo sud coreano PARKing CHANce (Park Chan-wook e Park Chan-kyong).
- Orso d'argento per il miglior cortometraggio - Broken Night, della regista sud coreana Yang Hyo-joo.

sabato 12 febbraio 2011

ARNOLD SCHWARZENEGGER TORNA SUL GRANDE SCHERMO

Arnold Schwarzenegger torna sul grande schermo. Via Twitter l'ex governatore della California annuncia: ''I miei amici della mia agenzia, CAA, per sette anni mi hanno chiesto quando avrebbero potuto iniziare a esaminare offerte di lavoro. Oggi ho dato il via libera''. Schwarzenegger e' apparso per la prima volta sul grande schermo nel 1970 con il film 'Hercules in New York' e nel 1992 e' stato protagonista di 'Conan il Barbaro', che ne ha sancito il successo. (fonte: ansa)

mercoledì 9 febbraio 2011

MORTA LA SCRITTRICE FRANCESCA SANVITALE

È morta all'ospedale Santo Spirito di Roma la scrittrice Francesca Sanvitale dopo una lunga malattia. Ne danno l'annuncio i familiari. Nata a Milano da genitori emiliani, dal 1961 si era trasferita a Roma. Ha vissuto a Firenze dove si è laureata in letteratura italiana. È stata redattore editoriale e giornalista. Ha collaborato all'Espresso, al Messaggero e all'Unità. Ha lavorato per 26 anni in televisione occupandosi di spettacolo e programmi culturali. È stata fatta cavaliere della Repubblica per meriti culturali. Ha pubblicato sei romanzi - Il cuore borghese (1972),Madre e figlia (1980), L'uomo del parco (1984), Verso Paola(1991), Il figlio dell'Impero (1993), L'ultima casa prima del bosco (2003), L' inizio è in autunno(2008) – dedicandosi anche alla forma del racconto. Tra questi: La realtà è un dono (1987),Separazioni (1997), Tre favole dell'ansia e dell'ombra (1994). È autrice di due libri di saggi letterari e scritti di vita civile: Mettendo a fuoco (1988) e Camera ottica (1999). Per la collana Cento libri per Mille anni ha pubblicato Le scrittrici italiane dell'Ottocento, saggio introduttivo e scelta antologica (1997). È stata tradotta in Francia, Germania, America, Inghilterra e Portogallo. (da corriere.it)

sabato 5 febbraio 2011

FILM DA VEDERE: IL DISCORSO DEL RE

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  • un film di Tom Hooper.
  • con Colin Firth, Geoffrey Rush, Helena Bonham Carter, Guy Pearce, Jennifer Ehle
  • Genere: Storico,
  • Durata: 111 min
  • Paese: Gran Bretagna, Australia 2010

Duca di York e secondogenito di re Giorgio V, Bertie è afflitto dall’infanzia da una grave forma di balbuzie che gli aliena la considerazione del padre, il favore della corte e l’affetto del popolo inglese. Figlio di un padre anaffettivo e padre affettuoso di Elisabetta (futura Elisabetta II) e Margaret, Bertie è costretto suo malgrado a parlare in pubblico e dentro i microfoni della radio, medium di successo degli anni Trenta. Sostituito il corpo con la viva voce, il Duca di York deve rieducare la balbuzie, buttare fuori le parole e trovare una voce. Lo soccorrono la devozione di Lady Lyon, sua premurosa consorte, e le tecniche poco convenzionali di Lionel Logue, logopedista di origine australiana. Tra spasmi, rilassamenti muscolari, tempi di uscita e articolazioni più o meno perfette, Bertie scalzerà il fratello “regneggiante”, salirà al trono col nome di Giorgio VI e troverà la corretta fonazione dentro il suo discorso più bello. Quello che ispirerà la sua nazione guidandola contro la Germania nazista.
Dopo aver raccontato la storia della Rivoluzione americana in nove ore, dentro una mini-serie e attraverso gli occhi del secondo presidente degli States (John Adams), Tom Hooper volge lo sguardo verso il vecchio continente, colto in tribolazione e alla vigilia del Secondo Conflitto Mondiale. Al centro del palcoscenico la cronaca del malinconico e addolorato Duca di York, figlio secondogenito dell’energico Giorgio V, inchiodato dalla balbuzie e da una complessata inferiorità di fronte allo spigliato fratello maggiore David. Crogiolo d’angoscia (im)medicabile e di squilibri emotivi sono quelle esitazioni, quei prolungamenti di suoni, quei continui blocchi silenti che impediscono a Bertie di esprimersi adeguatamente, ingenerando una sensazione di impotenza.
Il regista britannico si concentra sul vissuto interno del protagonista, rivelando le conseguenze emotive del disagio nel parlato ai tempi della radio e in assenza del visivo. Il discorso del re non si limita però a drammatizzare la stagione di vita più rilevante del nobile York e relaziona un profilo biografico di verità con un contesto storico drammatico e dentro l’Europa dei totalitarismi, prossima alle intemperanze strumentali e propagandistiche di Adolf Hitler. Non sfugge al re sensibile di Colin Firth e alla regia colta di Hooper l’abile oratoria del Führer, che intuì precocemente le strategie di negoziazione tra ascoltatore e (s)oggetto sonoro, il primo impegnato nel tentativo di ricostruire l’immagine della voce priva di corpo, il secondo istituendo un rapporto di credibilità se non addirittura di fede con la voce dall’altoparlante.
Se il mondo precipitava nell’abisso non era tempo di guardare al mondo con paura, soprattutto per un sovrano. Bertie, incoronato Giorgio VI, doveva ricucire dentro di sé il filo interrotto della relazione con l’altro, affrontando il suo popolo dietro al microfono e l’immaginario radiofonico. Fu un illuminato e poco allineato logopedista australiano a correggere il “mal di voce” di un re che voleva imporsi al silenzio. Lionel Logue sostituì col metodo il protocollo di corte, educando la balbuzie del suo blasonato allievo e incoraggiandolo a costruire la propria autostima, a riprendere il controllo della propria vita e a vincere prima la guerra con le parole e poi quella con le potenze dell’Asse.
A guadagnare la fluenza e a prendersi la parola è il ‘regale’ protagonista di Colin Firth, impeccabile nell’articolare legato, solenne nella riproposta plastico-fisica del suo sovrano e appropriato nell’interpretazione di un re che ‘ingessa’ emozioni e corporeità nel rispetto rigoroso della disciplina. Dietro al ‘re’ c’è l’incanto eccentrico di Geoffrey Rush, portatore di una “luccicanza” che brilla, rivelando la bellezza della musica (Shine) o quella di un uomo finalmente libero dalla paura di comunicare. (scheda MyMovies)

 

domenica 23 gennaio 2011

FILM DA VEDERE: QUALUNQUEMENTE

  • un film di Giulio Manfredonia
  • con Antonio Albanese, Sergio Rubini, Lorenza Indovina, Nicola Rignanese, Davide Giordano
  • Genere: Commedia
  • Durata: 96 min
  • Paese: Italia 2011
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Uno spettro si aggira per la Calabria: è lo spettro della legalità. Contro questo spiacevole inconveniente, rappresentato dal candidato sindaco di Marina di Sopra, certo De Santis, la parte “furba” del paese schiera l’uomo della provvidenza: Cetto La Qualunque, di ritorno da un periodo di latitanza con una nuova moglie, che chiama Cosa, e la di lei bambina, che non chiama proprio. Volgare, disonesto, corrotto, ma soprattutto fiero di essere tutto questo e molto di peggio, Cetto prima ricorre alle intimidazioni mafiose, poi a dosi inimmaginabili di propaganda becera, quindi assolda uno specialista. Il fine, e cioè la vittoria alle elezioni, giustifica interamente i mezzi, che in questo caso vanno dal comizio in chiesa, all’offerta di ragazze seminude come fossero caramelle scartate, all’incarceramento del figlio Melo in sua vece. Fino alla più sporca delle truffe.
Il personaggio creato da Antonio Albanese e Piero Guerrera balza dal piccolo al grande schermo, vale a dire dalla misura spazio-temporale dello sketch al lungometraggio di narrazione, sotto la guida e la responsabilità di Giulio Manfredonia e della Fandango, e atterra in piedi. Non segnerà un risultato inatteso ma si posiziona bene rispetto alle aspettative: non annoia, non divaga, non infarcisce la sceneggiatura di corpi estranei, buoni per una gag in più ma in fondo accessori. Non fa nemmeno ridere, e questo può apparentemente rappresentare un problema, ma non per forza. Si mormora in giro che il film esca datato, svilito da uno sprint della realtà politica attuale, che si supera da sola, divenendo sur-realtà, al pari di quella immaginata in Qualunquemente. Eppure non è proprio o soltanto così. Se mai ad essere surreale, ma in quanto concentrato di caratteristiche e costumi assolutamente veritieri, è il personaggio di Cetto, la sua mancanza di un limite, non certo la realtà delle colate di cemento sulla spiaggia, delle fogne che scaricano in mare, dei buoni benzina in regalo o dei brogli elettorali e nemmeno della bigamia, delle allusioni ai pregiudicati e delle “assessore” scelte in base al fisico.
Il film di Albanese e Manfredonia non va scambiato per un film d’intrattenimento, anche se qualche buona battuta per fortuna non manca (“Presto io sarò sindaco per cui tu per legge vicesindaco” o “Si comincia con dare la precedenza ad un incrocio e finisce che si diventa ricchione”), e nemmeno per una tragicommedia alla Fantozzi, sebbene il regista lo citi tra le ispirazioni: piuttosto, è un film violento, che non fa sconti e regala al “cattivo” una vittoria su tutta la linea. Il qualunquismo di questo imprenditore prestato alla politica, sempre allegro e in movimento da un abuso di potere ad un altro, menefreghista in teoria e in pratica, dovrebbe essere qualcosa di cui ridere per esorcismo, per isteria dettata dalla paura, non per spasso o per il piacere di guardarci allo specchio. Se proprio occorre dargli un’etichetta, si dirà che è un film “di denuncia”, con i pregi e i limiti dei film “impegnati”, che ha scelto la via della satira anziché quella della tragedia. (scheda Mymovies)


 

 

mercoledì 19 gennaio 2011

LA PRIMA COSA BELLA DI VIRZI' ESCLUSO DAGLI OSCAR

La prima cosa bella di Paolo Virzì non è entrato nella lista dalla quale il 25 gennaio sarà scelta la cinquina delle pellicole che concorreranno al miglior film straniero all'Oscar. Lo ha deciso l'Academy of Motion Picture, i 6.000 membri esperti che ogni anno assegna i premi Oscar. Deluso il regista: "Mi dispiace molto, ma è stato un grande onore rappresentare il cinema italiano in un momento così importante. Un cinema italiano verso cui ci aspettiamo tutti una maggiore attenzione. Va detto che la competizione si è molto allargata. Comunque mi dispiace per chi ha creduto a questo film e ringrazio chi mi ha dato una mano. Sono pronto a fare il tifo per il prossimo concorrente italiano".

sabato 15 gennaio 2011

FILM DA VEDERE: HEREAFTER

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  • un film di Clint Eastwood
  • con Matt Damon, Cécile De France, Joy Mohr, Bryce Dallas Howard, George McLaren
  • Genere: Drammatico
  • Durata: 129 min
  • Paese: USA 2010

Marie Lelay è una giornalista francese sopravvissuta alla morte e allo tsunami. Rientrata a Parigi si interroga sulla sua esperienza sospesa tra luccicanza e oscurità, alienandosi fidanzato ed editore. Marcus è un fanciullo inglese sopravvissuto alla madre tossicodipendente e al fratello gemello, investito da un auto e da un tragico destino. Smarrito e ‘spaiato’ cerca ostinatamente ma invano di entrare in contatto con Jason, di cui indossa il cappellino e conserva gli amabili resti. George Lonegan è un operaio americano in grado di vedere al di là della vita. Deciso a ripudiare quel dono e a conquistarsi un’esistenza finalmente normale, George ‘ascolta’ i romanzi di Dickens e frequenta un corso di cucina italiana. Sarà proprio la “piccola Dorrit” dello scrittore britannico a condurlo fino a Londra, dove vive Marcus e presenta il suo nuovo libro Marie. L’incontro sarà inevitabile. George, Marcus e Marie troveranno soccorso e risposte al di qua della vita.
Non si può vedere “al di là” delle cose senza finire prigionieri del dolore. Lo sanno bene George e Marie, protagonisti adulti di Hereafter, che hanno oscillato sulla soglia, sperimentando la morte e scampandola per vivere al meglio quel che resta da vivere nel mondo. Un mondo reso meno imperfetto da un ragazzino che ha negli occhi e nei gesti qualcosa di gentile. Qualcosa che piacerà al George di Matt Damon e troverà un argine alla sua solitudine. Nella compostezza di una straordinaria classicità, che si concede un momento di tensione quasi insostenibile nella sequenza lunga e spietata del maremoto, l’ultimo film di Clint Eastwood insegna qualcosa sulla vita confrontandosi con la morte, quella verificata (Marie), quella subita (Marcus), quella condivisa (George).
Hereafter prende atto che la vita è un esperimento con un termine e si articola per questo attraverso prospettive frontali: al di qua e al di là del confine che separa la presenza dall’assenza. È questa linea di demarcazione a fare da perno al montaggio alternato delle vite di una donna, di un uomo e di un bambino dentro una geometria di abbagliante chiarezza e spazi urbani pensati per gravare sui loro destini come in un romanzo sociale di Dickens. Destini colpiti duramente e deragliati ineluttabilmente dalla natura (lo tsunami in Indonesia), dalle tensioni sociali (gli attacchi terroristici alle metropolitane londinesi), dalla fatalità (l’incidente stradale), destini che si incontrano per un attimo (o per la vita) in un mutuo scambio di salvezza. Perché da tempo i personaggi di Eastwood hanno abbandonato l’isolazionismo tipico dell’eroe americano a favore di una dialettica che mette in campo più interlocutori e pretende il contrasto.
Hereafter non fa eccezione e prepara l’incontro, il controcampo del campo: lo sguardo di Cécile De France che ha visto, quello di Matt Damon che riesce a vedere, quello del piccolo Frankie McLaren che vuole andare a vedere. Facendosi in tre l’autore mette lo spettatore al centro di qualcosa di indefinibile eppure familiare come il dolore dell’essere, produce punti di vista potentemente fuori binario sul tema della morte e offre a Damon l’occasione di comporre la migliore interpretazione della sua carriera. Disfandosi della cifra della neutralità, il divo biondo conquista l’emozione e la cognizione del dolore, abitando un sensitivo che ha visioni di morti (e di morte) al solo contatto delle mani, una tristezza profonda piena di pietà e il desiderio di smettere di vedere il passato di chi resta e di immaginare il futuro (e il sapore) di un bacio.
Clint Eastwood con Hereafter conferma la vocazione alle sfumature, azzarda l’esplorazione della morte con la grazia del poeta, interroga e si interroga su questioni filosofiche e spirituali e contrappone alla debolezza del presente e dentro un epilogo struggente l’energia di un sentimento raccolto nel futuro. (da scheda MyMovies)

giovedì 13 gennaio 2011

VINCERE NON ELEGGIBILE AGLI OSCAR

Non sara' eleggibile agli Oscar Vincere di Marco Bellocchio (e quindi neanche Giovanna Mezzogiorno e Filippo Timi) perche' da regolamento, per l'iscrizione all'Academy Award, non possono partecipare i film che in America escono in contemporanea in VOD (Video on Demand) e in sala, come e' avvenuto per il film di Bellocchio. Il film, che non e' stato scelto a rappresentare l'Italia nel 2009 (fu scelto Baaria), avrebbe potuto teoricamente partecipare come film uscito in America nel 2010. (fonte: ansa)

lunedì 10 gennaio 2011

GIOVANNA MEZZOGIORNO CONQUISTA LA CRITICA USA. E' DA OSCAR

La prestigiosissima NSFC, l'americana National Society of Film Critics, ha attribuito il Premio come Migliore Attrice a Giovanna Mezzogiorno per l'interpretazione di Ida Dalser nel film ''Vincere'' di Marco Bellocchio. Secondo la classifica dei critici del New York Times diffusa il primo gennaio, ''Vincere'', uscito in America lo scorso anno, sarebbe addirittura da Oscar. Giovanna Mezzogiorno dovrebbe vincere come miglior attrice protagonista e Filippo Timi come miglior attore non protagonista. Una ulteriore conferma del grande entusiasmo manifestato dalla critica americana nei confronti del film di Marco Bellocchio. David Edelstein, firma di punta del New York Times, lo aveva gia' inserito nella top ten dei film piu' belli dell'anno e sul prestigioso sito Rotten Tomatoes ''Vincere'' aveva incassato il 92% di recensioni positive. (fonte: asca.it)

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