venerdì 31 dicembre 2010

INCEPTION IL MIGLIOR FILM DEL 2010 PER IMDB

Il mondo di appassionati di cinema che fa riferimento a IMDB (Internet Movie Data Base) ovvero al piu' autorevole database cinematografico della rete ha dato le sue preferenze riguardo i migliori film del 2010. Ne' e' uscita fuori una classifica di 25 film con in testa Inception di Christopher Nolan. Questi i primi dieci:

1- Inception

2- Toy Story 3

3- The Social Network

4- Dragon Trainer

5 - Rapunzel

6- Kick-Ass

7- Shutter Island

8- Harry Potter e i Doni della Morte

9- Scott Pilgrim vs. The World

10-The Town.

(fonte: ansa)

venerdì 17 dicembre 2010

FILM DA VEDERE: LA BELLEZZA DEL SOMARO DI SERGIO CASTELLITTO

  • un film di Sergio Castellitto
  • con Sergio Castellitto, Laura Morante, Enzo Jannacci, Marco Giallini, Barbora Bobulova
  • Genere: Commedia
  • Durata: 107 min
  • Paese: Italia 2010

Marcello e Marina sono una coppia molto affiatata: lui architetto, lei psicologa. Moderni, dinamici, dialogici, ecosolidali, tolleranti, sembrano molto soddisfatti del loro percorso. L’età avanza ma lieve, come tutto il resto. Sono i genitori illuminati di Rosa, figlia diciassettenne di oggi, un po’ dispotica ma affettuosa con i genitori e brava in greco… Rosa è il futuro, il filo lanciato lontano. Poi ci sono gli amici di Marina e Marcello, i vecchi amici del liceo, con un po’ di “panza” o un po’ di calvizie: un coro scapestrato di ordinaria follia contemporanea. Il manager Valentino, depresso, assente nella vita, presente nel business, sua moglie Raimonda, preside di un istituto tecnico, un pezzo di donna robusta, invadente, dai modi spicci e dalla risata tsunamica. Duccio, cardiologo appesantito dagli anni e dalla vita da “cicalone”, messo in mutande da una separazione recente. Delfina, la prima moglie di Duccio, giornalista, inviata di guerra e in guerra con tutti. Infine il coro dei ragazzi: Franci Palla, la cicciotta amica del cuore di Rosa, Aldo, il figlio di Valentino e Raimonda, amante dei fast food e dei serpenti esotici, Luca, figlio di Duccio e Delfina nonché fidanzatino di Rosa, carino, somaro a scuola, nervosetto, rincretinito di canne.
La storia inizia con una crisi sentimentale proprio tra Rosa e Luca che si consuma durante la festa dei cinquant’anni di Marcello. Gli amici brindano, cantano al karaoke La Miniera dei New Trolls. Luca fa un’improvvisata nella festa degli adulti. Rosa non c’è. Quando ritorna vestita da collegiale svizzera con il kilt e il cerchietto nei capelli in compagnia del guerriero Aldo, litigano perché lei gli ha mentito. Si lasciano. Poi salta fuori l’altro. Rosa confida a Marina che sì, un altro fidanzatino c’è ma…..Ha paura di venir giudicata dai suoi genitori. I genitori discreti, rispettosi, non chiedono, però friggono di curiosità. Siamo a novembre, weekend del ponte dei morti. I Sinibaldi si trasferiscono nella casa di campagna in Toscana con gli amici. Rosa ha accettato di invitare il nuovo fidanzato. Sul grande pratone davanti al casale sbarcano ad uno ad uno gli ospiti. Marina ha invitato anche sua mamma (Erica Blanc) che non perde occasione per mortificarla, e due affezionati pazienti, di quelli a rischio, che non possono essere lasciati soli proprio nel ponte dei morti: Lory, una burrosa animatrice d’infanzia che soffre di manie di persecuzione, e Ettore Maria, un vero persecutore, ossessionato dall’idea della morte, che ha portato con sé il dvd del Settimo Sigillo di Ingmar Bergman. Marcello allarga le braccia, sorride alla moglie, accoglie i matti con amicizia. Loro sono accoglienti, amano questa grande famiglia allargata.
Poi ecco i ragazzi. Una City car sgomma sul ghiaino. Scende Nicolò, un ragazzino nero, Franci Palla gli salta al collo. Poi succede qualcosa….l’assurdo si materializza: dalla City car è sceso un altro ospite: ”Papà…lui è Armando.” Ha settant’anni, non li nasconde, è gentile, affidabile, è un vecchio, il vero tabù di questa nostra epoca energetica, competitiva, antiossidante. In due giorni salteranno ad uno ad uno i pezzi del puzzle politically correct che è stata la vita di questa generazione di cinquantenni “troppo giovanili”. Si troveranno, in una esilarante commedia degli equivoci, a fare i conti con se stessi, i loro figli e l’epoca in cui viviamo. Marcello e Marina perdono i pezzi, di colpo si sentono inadeguati, le convinzioni cominciano a vacillare, gli amici infingardi vacillano con loro. In realtà il vecchio è un virus buono che si è infilato in casa per ricordare a tutti che la vecchiaia esiste e prima o poi, speriamo, arriva per tutti. Nell’epilogo tragicomico, il castello di sabbia di questa generazione frana definitivamente. Marcello insulta il vecchio, dà un ceffone alla figlia per la prima volta in vita sua. Marina assiste incredula all’improvviso deragliamento del marito…. Ma ci sarà tempo per una riconciliazione in un finale docile e misterioso. Il vecchio fidanzato della giovane figlia se ne va lasciando un languore e una riflessione sulla vecchiaia, sulla giovinezza e su questa faticosa età di mezzo. (scheda MyMovies)

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sabato 11 dicembre 2010

FILM DA VEDERE: NOI CREDEVAMO DI MARIO MARTONE

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  • un film di Mario Martone
  • con Luigi Lo Cascio, Valerio Binasco, Francesca Inaudi, Andrea Bosca, Edoardo Natoli
  • Genere: Drammatico
  • Durata: 170 min
  • Paese: Italia, Francia 2010

Tre ragazzi del sud (Domenico, Angelo e Salvatore) reagiscono alla pesante repressione borbonica dei moti del 1828 che ha coinvolto le loro famiglie affiliandosi alla Giovane Italia. Attraverso quattro episodi che li vedono a vario titolo coinvolti vengono ripercorse alcune vicende del processo che ha portato all’Unità d’Italia. A partire dall’arrivo nel circolo di Cristina Belgioioso a Parigi e al fallimento del tentativo di uccidere Carlo Alberto nonché all’insuccesso dei moti savoiardi del 1834. Questi eventi porteranno i tre a dividersi. Angelo e Domenico, di origine nobiliare, sceglieranno un percorso diverso da quello di Salvatore, popolano che verrà addirittura accusato da Angelo (ormai votato all’azione violenta ed esemplare) di essere un traditore della causa. Sarà con lo sguardo di Domenico che osserveremo gli esiti di quel processo storico che chiamiamo Risorgimento.
Assistendo al lungo film di Martone che ha l’andamento classico di quelli che un tempo si chiamavano sceneggiati televisivi (senza che in questa annotazione ci sia alcunché di riduttivo) si ha la sensazione di un deja vu. Perché il cinema italiano non scopre certo con Noi credevamo i lati oscuri e le contraddizioni del Risorgimento. Chi ricorda opere come Allonsanfan,Quanto è bello lu murire accisoBronte sa che in materia ci si è già espressi con opere di assoluto vigore. E’ però vero che l’occasione del centocinquantenario dell’Unità d’Italia e il revisionismo storico dominante (che vede il Risorgimento come una sciagura per il Nord) quasi impongono una rivisitazione del tema che Martone mette in scena con accuratezza filologica (anche se restano misteriose alcune strutture in cemento armato) e con un’attenzione iconografica da sussidiario degli anni Sessanta (con un Mazzini già vecchio nel 1830 quando aveva venticinque anni). L’idea di seguire le vicende (in parte storiche e in parte frutto di immaginazione) dei tre protagonisti che accompagnano lo spettatore nella non semplice articolazione delle posizioni che vedevano contrapposti i fautori dell’unità può senz’altro essere efficace se distribuita televisivamente in due serate.
Lo è meno se si pensa a un’opera della durata di tre ore e mezza circa. Perché si finisce con il disperdersi nella pur acuta e documentata ricostruzione. Resta comunque viva, oltre alla consapevolezza di trovarsi dinanzi a un’opera non di occasione e sicuramente non celebrativa, la sensazione di una coazione a ripetere della politica italiana.
Oltre alla divisione in due fronti (all’epoca repubblicani e monarchici con tanto di trasmigrazioni da un fronte all’altro) emerge con assoluta chiarezza la quasi genetica incapacità a fare fronte comune, la spinta inarrestabile a dividersi a diffidare gli uni degli altri all’interno dello stesso schieramento. La lettura con uno sguardo che ha origine al sud ribalta poi le tesi leghiste senza essere nostalgica della dominazione borbonica ma non nascondendosi le problematiche lasciate irrisolte da una fase storica di cui il popolo, come spesso accade, ha finito con l’essere più spettatore o oggetto che non protagonista in grado di decidere del proprio futuro. Il Parlamento vuoto in cui un determinato e non conciliante Crispi pronuncia il suo discorso marca simbolicamente la morte di un’utopia. (scheda Mymovies)

 

 

martedì 7 dicembre 2010

VINCERE DI MARCO BELLOCCHIO TRA I MIGLIORI 10 FILM DELL'ANNO

Ancora un successo in America per Vincere di Marco Bellocchio. Il film, con Giovanna Mezzogiorno nel ruolo della segreta prima moglie di Benito Mussolini, figura al settimo posto tra i 10 migliori film dell'anno secondo il prestigioso New York Magazine. Nella pagina curata dal critico David Edelstein al primo posto c'e' Winter's Bone di Debra Granik con l'emergente Jennifer Lawrence, appena premiato al Torino Film Festival. (fonte: ansa)

sabato 4 dicembre 2010

FILM DA VEDERE: INCONTRERAI L'UOMO DEI TUOI SOGNI DI WOODY ALLEN

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Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni

  • un film di Woody Allen
  • con Antonio Banderas, Josh Brolin, Anthony Hopkins, Gemma Jones, Freida Pinto
  • Genere: Sentimentale
  • Durata: 98 min.
  • Paese: USA, Spagna 2010

Alfie ha lasciato la moglie Helena perchè, colto da improvvisa paura della propria senilità, ha deciso di cambiare vita. Ha iniziato così una relazione (divenuta matrimonio) con una call girl piuttosto vistosa, Charmaine. Helena ha cercato di porre rimedio alla propria improvvisa disperata solitudine cercando prima consiglio da uno psicologo e poi affidandosi completamente alle ‘cure’ di una sedicente maga capace di predire il futuro. La loro figlia Sally intanto deve affrontare un matrimonio che non funziona più visto che il marito Roy, dopo aver scritto un romanzo di successo, non è più riuscito ad ottenere un esito che lo soddisfi. Sally ora lavora a stretto contatto con un gallerista, Greg, che comincia a piacerle non solo sul piano professionale…
Woody ha preso nuovamente l’aereo ed è tornato in Gran Bretagna dopo che era tornato a respirare aria di Manhattan con Basta che funzioni. Nonostante l’aspetto sempre più fragile, Allen ha ormai le spalle più che larghe per sopportare l’ennesima, ripetitiva reprimenda critica: “Racconta sempre le stesse cose”. È vero: Woody non si inventa novità senili per stupire il pubblico. Anzi qui, fingendo di appellarsi allo Shakespeare del “Macbeth” in realtà si riallaccia al finale di uno dei suoi film più ispirati,Ombre e nebbia, che si chiudeva con la frase: “L’uomo ha bisogno di illusioni come dell’aria che respira”. Sono trascorsi quasi vent’anni da allora e, in materia, Allen sembra essersi ormai arreso all’evidenza: è proprio (e sempre di più) così.
Come in Tutti dicono I Love You (ma con l’esclusione dell’adolescenza) le diverse età si confrontano con un bisogno di qualcosa che esemplificano con la parola ‘amore’ ma di cui, se richiesti, non saprebbero dire il significato. Non potendo sfuggire a questa esigenza ognuno cerca di trovare delle soluzioni che finiscono con il rivelarsi aleatorie e provvisorie anche se ognuno, in cuor suo, vorrebbe che fossero ‘per sempre’. Ma il ‘per sempre’ non esiste nell’universo alleniano. Ognuno cerca di porre rimedio alla propria solitudine come può e come sa e non ha neppure bisogno di essere perdonato per questo.
L’umanità non può comportarsi altrimenti. Ciò che invece va duramente punito è il furto intellettuale, l’appropriarsi di idee altrui spacciandole per proprie, perseguire il successo a spese degli altri. In questo caso Woody diventa un giudice implacabile. (fonte: mymovies)

 

FESTIVAL DI TORINO: VINCE "WINTER'S BONE" DI DEBRA GRANIK

L'americano 'Winter's bone' di Debra Granik e' il vincitore della 28/a edizione del Torino Film Festival. Gia' premiato al Sundance Festival, e' la storia di una ragazzina di 17 anni alla ricerca del padre spacciatore che ha abbandonato la famiglia riducendola sul lastrico. Protagonista Jennifer Lawrence, miglior attrice ex aequo con Erica Rivas per 'Por tu culpa'. Miglior attore e' Omid Djalili per 'The Infidel'. Il Premio del pubblico e' andato all'italiano 'Henry' di Alessandro Piva.

mercoledì 1 dicembre 2010

GIOVANNA MEZZOGIORNO E ALESSIO FUGOLO A SPASSO PER ROMA

Passeggiata romana e romantica per Giovanna Mezzogiorno e il marito Alessio Fugolo. Giovanna e Alessio (macchinista cinematografico), che si sono conosciuti sul set di "Vincere" e si sono sposati un anno fa, sono stati fotografati da “Diva e donna”. Smentite le voci di una presunta gravidanza dell’attrice che ha appena terminato le riprese del suo ultimo film, “Baciato dalla fortuna”, dopo il successo ottenuta per la sua interpretazione in “Basilicata coas to coast” di Rocco Papaleo. (fonte: leggo)

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