venerdì 31 dicembre 2010

INCEPTION IL MIGLIOR FILM DEL 2010 PER IMDB

Il mondo di appassionati di cinema che fa riferimento a IMDB (Internet Movie Data Base) ovvero al piu' autorevole database cinematografico della rete ha dato le sue preferenze riguardo i migliori film del 2010. Ne' e' uscita fuori una classifica di 25 film con in testa Inception di Christopher Nolan. Questi i primi dieci:

1- Inception

2- Toy Story 3

3- The Social Network

4- Dragon Trainer

5 - Rapunzel

6- Kick-Ass

7- Shutter Island

8- Harry Potter e i Doni della Morte

9- Scott Pilgrim vs. The World

10-The Town.

(fonte: ansa)

venerdì 17 dicembre 2010

FILM DA VEDERE: LA BELLEZZA DEL SOMARO DI SERGIO CASTELLITTO

  • un film di Sergio Castellitto
  • con Sergio Castellitto, Laura Morante, Enzo Jannacci, Marco Giallini, Barbora Bobulova
  • Genere: Commedia
  • Durata: 107 min
  • Paese: Italia 2010

Marcello e Marina sono una coppia molto affiatata: lui architetto, lei psicologa. Moderni, dinamici, dialogici, ecosolidali, tolleranti, sembrano molto soddisfatti del loro percorso. L’età avanza ma lieve, come tutto il resto. Sono i genitori illuminati di Rosa, figlia diciassettenne di oggi, un po’ dispotica ma affettuosa con i genitori e brava in greco… Rosa è il futuro, il filo lanciato lontano. Poi ci sono gli amici di Marina e Marcello, i vecchi amici del liceo, con un po’ di “panza” o un po’ di calvizie: un coro scapestrato di ordinaria follia contemporanea. Il manager Valentino, depresso, assente nella vita, presente nel business, sua moglie Raimonda, preside di un istituto tecnico, un pezzo di donna robusta, invadente, dai modi spicci e dalla risata tsunamica. Duccio, cardiologo appesantito dagli anni e dalla vita da “cicalone”, messo in mutande da una separazione recente. Delfina, la prima moglie di Duccio, giornalista, inviata di guerra e in guerra con tutti. Infine il coro dei ragazzi: Franci Palla, la cicciotta amica del cuore di Rosa, Aldo, il figlio di Valentino e Raimonda, amante dei fast food e dei serpenti esotici, Luca, figlio di Duccio e Delfina nonché fidanzatino di Rosa, carino, somaro a scuola, nervosetto, rincretinito di canne.
La storia inizia con una crisi sentimentale proprio tra Rosa e Luca che si consuma durante la festa dei cinquant’anni di Marcello. Gli amici brindano, cantano al karaoke La Miniera dei New Trolls. Luca fa un’improvvisata nella festa degli adulti. Rosa non c’è. Quando ritorna vestita da collegiale svizzera con il kilt e il cerchietto nei capelli in compagnia del guerriero Aldo, litigano perché lei gli ha mentito. Si lasciano. Poi salta fuori l’altro. Rosa confida a Marina che sì, un altro fidanzatino c’è ma…..Ha paura di venir giudicata dai suoi genitori. I genitori discreti, rispettosi, non chiedono, però friggono di curiosità. Siamo a novembre, weekend del ponte dei morti. I Sinibaldi si trasferiscono nella casa di campagna in Toscana con gli amici. Rosa ha accettato di invitare il nuovo fidanzato. Sul grande pratone davanti al casale sbarcano ad uno ad uno gli ospiti. Marina ha invitato anche sua mamma (Erica Blanc) che non perde occasione per mortificarla, e due affezionati pazienti, di quelli a rischio, che non possono essere lasciati soli proprio nel ponte dei morti: Lory, una burrosa animatrice d’infanzia che soffre di manie di persecuzione, e Ettore Maria, un vero persecutore, ossessionato dall’idea della morte, che ha portato con sé il dvd del Settimo Sigillo di Ingmar Bergman. Marcello allarga le braccia, sorride alla moglie, accoglie i matti con amicizia. Loro sono accoglienti, amano questa grande famiglia allargata.
Poi ecco i ragazzi. Una City car sgomma sul ghiaino. Scende Nicolò, un ragazzino nero, Franci Palla gli salta al collo. Poi succede qualcosa….l’assurdo si materializza: dalla City car è sceso un altro ospite: ”Papà…lui è Armando.” Ha settant’anni, non li nasconde, è gentile, affidabile, è un vecchio, il vero tabù di questa nostra epoca energetica, competitiva, antiossidante. In due giorni salteranno ad uno ad uno i pezzi del puzzle politically correct che è stata la vita di questa generazione di cinquantenni “troppo giovanili”. Si troveranno, in una esilarante commedia degli equivoci, a fare i conti con se stessi, i loro figli e l’epoca in cui viviamo. Marcello e Marina perdono i pezzi, di colpo si sentono inadeguati, le convinzioni cominciano a vacillare, gli amici infingardi vacillano con loro. In realtà il vecchio è un virus buono che si è infilato in casa per ricordare a tutti che la vecchiaia esiste e prima o poi, speriamo, arriva per tutti. Nell’epilogo tragicomico, il castello di sabbia di questa generazione frana definitivamente. Marcello insulta il vecchio, dà un ceffone alla figlia per la prima volta in vita sua. Marina assiste incredula all’improvviso deragliamento del marito…. Ma ci sarà tempo per una riconciliazione in un finale docile e misterioso. Il vecchio fidanzato della giovane figlia se ne va lasciando un languore e una riflessione sulla vecchiaia, sulla giovinezza e su questa faticosa età di mezzo. (scheda MyMovies)

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sabato 11 dicembre 2010

FILM DA VEDERE: NOI CREDEVAMO DI MARIO MARTONE

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  • un film di Mario Martone
  • con Luigi Lo Cascio, Valerio Binasco, Francesca Inaudi, Andrea Bosca, Edoardo Natoli
  • Genere: Drammatico
  • Durata: 170 min
  • Paese: Italia, Francia 2010

Tre ragazzi del sud (Domenico, Angelo e Salvatore) reagiscono alla pesante repressione borbonica dei moti del 1828 che ha coinvolto le loro famiglie affiliandosi alla Giovane Italia. Attraverso quattro episodi che li vedono a vario titolo coinvolti vengono ripercorse alcune vicende del processo che ha portato all’Unità d’Italia. A partire dall’arrivo nel circolo di Cristina Belgioioso a Parigi e al fallimento del tentativo di uccidere Carlo Alberto nonché all’insuccesso dei moti savoiardi del 1834. Questi eventi porteranno i tre a dividersi. Angelo e Domenico, di origine nobiliare, sceglieranno un percorso diverso da quello di Salvatore, popolano che verrà addirittura accusato da Angelo (ormai votato all’azione violenta ed esemplare) di essere un traditore della causa. Sarà con lo sguardo di Domenico che osserveremo gli esiti di quel processo storico che chiamiamo Risorgimento.
Assistendo al lungo film di Martone che ha l’andamento classico di quelli che un tempo si chiamavano sceneggiati televisivi (senza che in questa annotazione ci sia alcunché di riduttivo) si ha la sensazione di un deja vu. Perché il cinema italiano non scopre certo con Noi credevamo i lati oscuri e le contraddizioni del Risorgimento. Chi ricorda opere come Allonsanfan,Quanto è bello lu murire accisoBronte sa che in materia ci si è già espressi con opere di assoluto vigore. E’ però vero che l’occasione del centocinquantenario dell’Unità d’Italia e il revisionismo storico dominante (che vede il Risorgimento come una sciagura per il Nord) quasi impongono una rivisitazione del tema che Martone mette in scena con accuratezza filologica (anche se restano misteriose alcune strutture in cemento armato) e con un’attenzione iconografica da sussidiario degli anni Sessanta (con un Mazzini già vecchio nel 1830 quando aveva venticinque anni). L’idea di seguire le vicende (in parte storiche e in parte frutto di immaginazione) dei tre protagonisti che accompagnano lo spettatore nella non semplice articolazione delle posizioni che vedevano contrapposti i fautori dell’unità può senz’altro essere efficace se distribuita televisivamente in due serate.
Lo è meno se si pensa a un’opera della durata di tre ore e mezza circa. Perché si finisce con il disperdersi nella pur acuta e documentata ricostruzione. Resta comunque viva, oltre alla consapevolezza di trovarsi dinanzi a un’opera non di occasione e sicuramente non celebrativa, la sensazione di una coazione a ripetere della politica italiana.
Oltre alla divisione in due fronti (all’epoca repubblicani e monarchici con tanto di trasmigrazioni da un fronte all’altro) emerge con assoluta chiarezza la quasi genetica incapacità a fare fronte comune, la spinta inarrestabile a dividersi a diffidare gli uni degli altri all’interno dello stesso schieramento. La lettura con uno sguardo che ha origine al sud ribalta poi le tesi leghiste senza essere nostalgica della dominazione borbonica ma non nascondendosi le problematiche lasciate irrisolte da una fase storica di cui il popolo, come spesso accade, ha finito con l’essere più spettatore o oggetto che non protagonista in grado di decidere del proprio futuro. Il Parlamento vuoto in cui un determinato e non conciliante Crispi pronuncia il suo discorso marca simbolicamente la morte di un’utopia. (scheda Mymovies)

 

 

martedì 7 dicembre 2010

VINCERE DI MARCO BELLOCCHIO TRA I MIGLIORI 10 FILM DELL'ANNO

Ancora un successo in America per Vincere di Marco Bellocchio. Il film, con Giovanna Mezzogiorno nel ruolo della segreta prima moglie di Benito Mussolini, figura al settimo posto tra i 10 migliori film dell'anno secondo il prestigioso New York Magazine. Nella pagina curata dal critico David Edelstein al primo posto c'e' Winter's Bone di Debra Granik con l'emergente Jennifer Lawrence, appena premiato al Torino Film Festival. (fonte: ansa)

sabato 4 dicembre 2010

FILM DA VEDERE: INCONTRERAI L'UOMO DEI TUOI SOGNI DI WOODY ALLEN

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Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni

  • un film di Woody Allen
  • con Antonio Banderas, Josh Brolin, Anthony Hopkins, Gemma Jones, Freida Pinto
  • Genere: Sentimentale
  • Durata: 98 min.
  • Paese: USA, Spagna 2010

Alfie ha lasciato la moglie Helena perchè, colto da improvvisa paura della propria senilità, ha deciso di cambiare vita. Ha iniziato così una relazione (divenuta matrimonio) con una call girl piuttosto vistosa, Charmaine. Helena ha cercato di porre rimedio alla propria improvvisa disperata solitudine cercando prima consiglio da uno psicologo e poi affidandosi completamente alle ‘cure’ di una sedicente maga capace di predire il futuro. La loro figlia Sally intanto deve affrontare un matrimonio che non funziona più visto che il marito Roy, dopo aver scritto un romanzo di successo, non è più riuscito ad ottenere un esito che lo soddisfi. Sally ora lavora a stretto contatto con un gallerista, Greg, che comincia a piacerle non solo sul piano professionale…
Woody ha preso nuovamente l’aereo ed è tornato in Gran Bretagna dopo che era tornato a respirare aria di Manhattan con Basta che funzioni. Nonostante l’aspetto sempre più fragile, Allen ha ormai le spalle più che larghe per sopportare l’ennesima, ripetitiva reprimenda critica: “Racconta sempre le stesse cose”. È vero: Woody non si inventa novità senili per stupire il pubblico. Anzi qui, fingendo di appellarsi allo Shakespeare del “Macbeth” in realtà si riallaccia al finale di uno dei suoi film più ispirati,Ombre e nebbia, che si chiudeva con la frase: “L’uomo ha bisogno di illusioni come dell’aria che respira”. Sono trascorsi quasi vent’anni da allora e, in materia, Allen sembra essersi ormai arreso all’evidenza: è proprio (e sempre di più) così.
Come in Tutti dicono I Love You (ma con l’esclusione dell’adolescenza) le diverse età si confrontano con un bisogno di qualcosa che esemplificano con la parola ‘amore’ ma di cui, se richiesti, non saprebbero dire il significato. Non potendo sfuggire a questa esigenza ognuno cerca di trovare delle soluzioni che finiscono con il rivelarsi aleatorie e provvisorie anche se ognuno, in cuor suo, vorrebbe che fossero ‘per sempre’. Ma il ‘per sempre’ non esiste nell’universo alleniano. Ognuno cerca di porre rimedio alla propria solitudine come può e come sa e non ha neppure bisogno di essere perdonato per questo.
L’umanità non può comportarsi altrimenti. Ciò che invece va duramente punito è il furto intellettuale, l’appropriarsi di idee altrui spacciandole per proprie, perseguire il successo a spese degli altri. In questo caso Woody diventa un giudice implacabile. (fonte: mymovies)

 

FESTIVAL DI TORINO: VINCE "WINTER'S BONE" DI DEBRA GRANIK

L'americano 'Winter's bone' di Debra Granik e' il vincitore della 28/a edizione del Torino Film Festival. Gia' premiato al Sundance Festival, e' la storia di una ragazzina di 17 anni alla ricerca del padre spacciatore che ha abbandonato la famiglia riducendola sul lastrico. Protagonista Jennifer Lawrence, miglior attrice ex aequo con Erica Rivas per 'Por tu culpa'. Miglior attore e' Omid Djalili per 'The Infidel'. Il Premio del pubblico e' andato all'italiano 'Henry' di Alessandro Piva.

mercoledì 1 dicembre 2010

GIOVANNA MEZZOGIORNO E ALESSIO FUGOLO A SPASSO PER ROMA

Passeggiata romana e romantica per Giovanna Mezzogiorno e il marito Alessio Fugolo. Giovanna e Alessio (macchinista cinematografico), che si sono conosciuti sul set di "Vincere" e si sono sposati un anno fa, sono stati fotografati da “Diva e donna”. Smentite le voci di una presunta gravidanza dell’attrice che ha appena terminato le riprese del suo ultimo film, “Baciato dalla fortuna”, dopo il successo ottenuta per la sua interpretazione in “Basilicata coas to coast” di Rocco Papaleo. (fonte: leggo)

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sabato 27 novembre 2010

FILM DA VEDERE: PRECIOUS

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Precious

  • un film di Lee Daniels
  • con Mo'Nique, Paula Patton, Mariah Carey, Sherri Shepherd, Lenny Kravitz.
  • Genere: Drammatico
  • Paese: USA 2009

Precious Jones ha diciassette anni, un corpo obeso e un figlio nel ventre (il secondo ed entrambi sono frutto di incesto). A scuola viene derisa dai compagni anche perchè non ha ancora imparato a leggere e scrivere. A casa la madre non solo non la difende dalle violenze paterne ma la accusa di averglielo rubato oltre a cercare di ostacolare in ogni modo i suoi tentativi di riscatto dall’ignoranza. Precious però, solo apparentemente ottusa, tiene duro. Accetta l’offerta di iscriversi a una scuola con un programma speciale dove finalmente comincia ad apprendere come leggere e scrivere e, soprattutto, decide di tenere il bambino. La strada verso l’autodeterminazione non è però facile.

Una vera sorpresa positiva questa opera seconda di Lee Daniels. Ispirato a un romanzo di Sapphire il film non ha nulla di letterario e non a caso, prima di essere presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard, ha vinto al Sundance, il Premio del Pubblico e il Gran Premio della Giuria. Entrambi meritati perchè questa storia di ordinaria violenza domestica e sociale è narrata con uno stile decisamente originale e si avvale di una protagonista che riesce a trasformare il proprio problema fisico in una risorsa di indubbio impatto.

Precious è una ragazza di diciassette anni prigioniera di un corpo fuori misura che però non si sogna magra. Il suo universo ideale ha altri territori in cui cercare percorsi diversi da quelli ormai a lei ben noti della brutalità di una vita in cui domina l’ignoranza. Perchè Daniels riesce a farci quasi respirare un clima saturo di un odio e di una perfidia dettati dalla totale mancanza di un benchè minimo orizzonte culturale. Lo fa però con la leggera profondità di chi sa che si può trovare uno stile piacevole per proporre riflessioni su temi gravi. Riuscendoci. (fonte: mymovies)

domenica 21 novembre 2010

FILM DA VEDERE: THE SOCIAL NETWORK

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  • un film di David Fincher
  • con Jesse Eisenberg, Andrew Garfield, Justin Timberlake, Armie Hammer, Max Minghella
  • Genere: Biografico
  • Durata: 120 min
  • Paese: USA 2010

Mark Zuckerberg, il ragazzo che sarebbe diventato il più giovane miliardario della storia creando il social network più usato al mondo, nel 2004 era uno studente di Harvard brillante ma con poche doti sociali. Lasciato dalla ragazza, schifato dai club più elitari e con un complesso d’inferiorità malcelato nei riguardi degli atleti, crea in una notte un software che preleva tutte le foto delle studentesse messe online dalle università e le mette a disposizione di tutti in rete, lo scopo è votare le più belle. L’applicazione fa il giro dei computer di tutta l’area e Zuckerberg viene multato per aver violato i sistemi di sicurezza. A quel punto però il suo nome è sulla bocca di tutti per l’impresa compiuta e due atleti appartenenti al club più importante del college lo contattano per chiedergli di realizzare la loro idea. Non solo Zuckerberg non lo farà ma prenderà i loro spunti per migliorarli e allargarli dando vita all’odierno Facebook.
Da quel momento la battaglia legale per vedere riconosciuta la paternità di quella che dopo soli pochi mesi era già evidentemente una macchina da soldi non ha tregua.
David Fincher è da sempre innamorato dei percorsi narrativi che consentono la ricostruzione di qualcosa (siano una serie di omicidi, sia la struttura di un libro, sia un fatto di cronaca) e per la storia della nascita di Facebook idea un racconto intrecciato tra dibattimenti, patteggiamenti e fatti reali mostrati in flashback, tutto centrato sull’inespressività di Jesse Eisenberg. L’attore newyorchese riesce infatti nell’impresa di comunicare la non comunicatività del suo Zuckerberg, in una lotta legale che è anche sopraffazione di una classe su un’altra. Una perversa e malvagia rivincita del nerd nei confronti di quelli che percepisce come nemici (l’ex migliore amico più integrato di lui, i canottieri che tanto piacciono alla ragazza che lo ha mollato).
L’idea più chiara di David Fincher è che Mark Zuckerberg, l’uomo che ha dato alla parola “amico” un altro significato, più allargato e lieve, alla fine della sua ascesa economica e sociale è solo. Chi ha ideato il network della socialità per eccellenza è una persona socialmente inabile, anche per i bassi standard dei nerd accademici, e una delle spinte più forti nella sua corsa non è stato tanto il desiderio di arrivare, quanto la frustrazione sociale.
È la nuova imprenditoria, fondata sul modo in cui la tecnologia entra o può entrare nella vita delle persone per mutarne le abitudini e su una volontà di successo a modo proprio, con i party in ufficio, le selezioni del personale fatte in base a chi meglio resiste all’alcol e i biglietti da visita con gli insulti.
The Social Network è il primo film a riportare senza clamore o sottolineature arroganti un dato di fatto della modernità, ovvero che la vita in rete (ciò che si fa, si legge e che accade online) per una certa fetta dell’umanità ha la medesima importanza della vita reale. Senza voler criticare quel mondo, Fincher guarda con moltissima empatia il suo protagonista, non gli risparmia stoccate ma sembra concedergli il massimo della benevolenza e della comprensione, anche nei momenti più duri. (fonte: MyMovies)

 

sabato 6 novembre 2010

FILM DA VEDERE: UOMINI DI DIO

Uomini di Dio

  • un film di Xavier Beauvoi
  • con Lambert Wilson, Michael Lonsdale, Olivier Rabourdin, Philippe Laudenbach, Jacques Herlin.
  • Genere: Drammatico
  • Durata: 120 min
  • Paese: Francia 2010

1996. Algeria. Una comunità di monaci benedettini opera in un piccolo monastero in favore della popolazione locale aderendo all’antica regola dell’”Ora et Labora”. Il rispetto reciproco tra loro, che prestano anche assistenza medica, e la popolazione locale di fede musulmana è palpabile. Fino a quando la minaccia del terrorismo fondamentalista comincia a farsi pressante. Christian, l’abate eletto dalla comunità, decide di rifiutare la presenza dell’esercito a difesa del monastero non senza trovare qualche voce discorde tra i confratelli. Una notte un gruppo armato fa irruzione nel convento chiedendo che si vada ad assistere due terroristi feriti. Dinanzi al diniego vengono chieste medicine che vengono rifiutate perché scarse e necessarie per l’assistenza ai più deboli. Il gruppo abbandona il convento ma da quel momento il rischio per i monaci si fa evidente.
Xavier Beauvois porta sullo schermo il sacrificio di sette monaci francesi che nel marzo 1996 vennero sequestrati da un gruppo armato della Jihad islamica e le cui teste vennero ritrovate il 30 maggio di quello stesso anno. Documenti ritrovati di recente coinvolgono le forze armate algerine nel tragico esito finale del sequestro.
Non era facile trovare la cifra stilistica giusta per raccontare la vita e il progressivo avvicinarsi alla morte di questi religiosi facendoli restare degli uomini e non trasformandoli agiograficamente in martiri quali poi sarebbero divenuti. Beauvois, pur con una certa piattezza per quanto attiene al linguaggio cinematografico, ci è riuscito sul piano della sceneggiatura che ritma lo scorrere del tempo grazie al succedersi delle celebrazioni e delle preghiere e canti comunitari. A questi si alternano le vicende esterne e interne al luogo sacro con la messa in luce di tutte le convinzioni ma anche di tutte le incertezze e debolezze dei monaci. Il film riesce a far emergere al contempo le singole individualità così come la tenuta complessiva di un gruppo animato da una fede che non si trasforma in esclusione ma che vuole, fino all’ultimo, tradursi in atti di condivisione sia all’interno che all’esterno. In un mondo distratto dal succedersi di eccidi e manipolato da una propaganda che vuole assimilare Islam e terrorismo fondamentalista, ricordare questo sacrificio non significa riaccendere la polemica ma piuttosto il contrario. Uomini e dei possono incontrarsi, conoscersi e rispettarsi a vicenda. Nonostante tutto (da mymovies.it)

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venerdì 5 novembre 2010

FESTIVAL DI ROMA: TONI SERVILLO MIGLIOR ATTORE. TUTTI I PREMI

Al Festival di Roma, Toni Servillo vince meritatamente il Marc’Aurelio come miglior attore per l'interpretazione ne "Una vita tranquilla" di Cupellini. Miglior film "Kill me please" bellissima commedia nera belga di Olias Barco, Gran premio della giuria e premio del pubblico alla danese Susanne Bier di"In un mondo migliore". Premio speciale della giuria a Poll di Chris Kraus. Il Marc’Aurelio per la miglior attrice va a sorpresa all’intero cast femminile di "Las buenas hierbas" della messicana Maria Novaro. Il Premio,voluto dal presidente Napolitano, per i valori umani e sociali va all’iraniano Hossein Keshavarz di "Dog Sweat".

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venerdì 29 ottobre 2010

SI E' SPENTA CECILIA SACCHI, MAMMA DI GIOVANNA MEZZOGIORNO

Si è spenta questa mattina a Milano all'età di 72 anni, Cecilia Sacchi, madre di Giovanna Mezzogiorno. Era malata da tempo, ma la sua morte, avvenuta nel sonno, è stata improvvisa e imprevista e ha colto di sorpresa i familiari stretti (oltre alla figlia Giovanna, la sorella Valeria, i nipoti Dino e Filippo Gentili) e gli amici. Nel 1969 l'incontro della sua vita, sul palcoscenico del Teatro Greco di Segesta con l'attore Vittorio Mezzogiorno. Fu l'inizio di un sodalizio umano e professionale indissolubile, sfociato nel matrimonio. Nel 1974 alla nascita della figlia Giovanna, Cecilia Sacchi scelse di abbandonare le scene per dedicarsi alla famiglia. Suo marito era scomparso prematuramente nel 1994 a 52 anni. (da ilsole24ore.com)

mercoledì 20 ottobre 2010

"PALERMO SHOOTING" FINISCE IN TRIBUNALE

Il film "Palermo Shooting" avrà una coda in tribunale. E' guerra infatti tra il regista Wim Wenders e il Comune di Palermo, dove furono girate alcune scene del film. Il regista tedesco chiede il pagamento del contributo di 300 mila euro che gli era stato promesso(in più occasioni) dal sindaco Diego Cammarata per la produzione del film. Il sindaco poi ci ripensò, dopo aver saputo che nel film avrebbe avuto una parte Leoluca Orlando, suo avversario alle elezioni del 2007. La scena fu comunque inserita solo nella versione del film proposta al Festival di Cannes, ma poi tagliata in quella distribuita nelle sale. Il film, girato fra Düsseldorf e la provincia di Palermo, era interpretato dalla rockstar tedesca Campino, da Giovanna Mezzogiorno e Dennis Hopper. (fonte: repubblica.it)

venerdì 8 ottobre 2010

FILM DA VEDERE: UNA SCONFINATA GIOVINEZZA DI PUPI AVATI

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Una sconfinata giovinezza

  • un film di Pupi Avati
  • con Fabrizio Bentivoglio, Francesca Neri, Serena Grandi, Gianni Cavina, Lino Capolicchio.
  • Genere: Drammatico
  • Durata: 98 min.
  • Paese: Italia 2010

Lino Settembre e Chicca sono sposati da tanti anni. Un matrimonio felice e affiatato, nonostante le differenze: lui giornalista sportivo per il Messaggero, lei docente universitaria di filologia romanza, proveniente da una famiglia di primari e pianisti, dove tutti figliano come conigli. Lino e Chicca non hanno figli, non sono arrivati, ma quando Lino comincia ad accusare i primi segni di una demenza senile precoce e degenerativa, Chicca si trova a fargli da mamma, ad occuparsene come fosse un bambino.
Dopo Gli amici del bar Margherita, riuscita tessitura di una serie di ricordi dell’adolescenza del regista, Una sconfinata giovinezza appare subito tenuta insieme da un’idea narrativa molto più salda e forte, una storia nel senso più pieno del termine, come poche se ne trovano nel cinema italiano. Pupi Avati non è certo il primo ad aver toccato il tema umanissimo della trasformazione dell’amore coniugale in amore filiale, la letteratura lo esplora da sempre e il cinema lo ha fatto a suo modo recentemente col Benjamin Button di Fincher, ma Avati lo fa ora nel cinema italiano, col suo linguaggio particolare, quasi un idioletto, distinto dalla lingua madre delle produzioni romanocentriche.
Peccato che le scelte di regia non sostengano la dolorosa poesia della trama: peccato per le musiche enfatiche, da drammone, e per il seppia delle sequenze di Lino bambino, che costituiscono in assoluto la parte più magica del film. Può darsi che nella memoria del regista, quei ricordi – perché son tutti veri: dal cane Perché all’incidente d’auto mortale, dalla straordinaria vicenda del brillante ai non meno straordinari fratelli Nerio e Leo – siano registrati con quei colori, ma è più facile che l’artificio filmico canonizzato si sia imposto prima sulla mente che dirige e poi sulla mano che traduce. E peccato, infine, per quei piccoli tentativi di giocare con gli obiettivi per rendere lo spaesamento dettato dalla malattia, insicuri e fuori tono.
Eppure, nonostante tutto questo, che poco non è, il film ha una potenza emotiva irresistibile e tocca corde profonde, che hanno a che fare con la sorte dell’uomo e il bizzarro e struggente mistero dell’infanzia che non finisce mai e, anzi, torna prepotentemente al tramonto (o in autunno, come il cognome del personaggio pare suggerire), non si sa se più per beffa o per consolazione.
Bentivoglio è quello che un protagonista dovrebbe essere: l’unico interprete possibile per quel ruolo, ma gradito è anche il ritorno di Capolicchio e di Cavina, con i loro ruoli ambigui e le loro ombre, che illuminano, per contrasto, l’innocenza del personaggio principale, la sua perdita di ogni retropensiero e l’adesione terminale e totale a una bugia da bambini.
Per Avati ancora e sempre la vita è come un film: giunta alla fine si riguarda dall’inizio. (scheda MyMovies)

giovedì 7 ottobre 2010

FESTIVAL DEL CINEMA DI ROMA: QUATTRO FILM ITALIANI IN CONCORSO

Il Festival internazionale del film di Roma si svolgerà dal 28 ottobre al 5 novembre. Protagoniste annunciate Keira Knightley e Eva Mendes protagoniste di Last Night di Massy Tadjedin, insieme al protagonista di Avatar Sam Worthington. La direttrice artistica Piera Detassis annuncia: "Quest'anno presentiamo meno film di major e più di indipendenti. Noi compiamo 5 anni e il festival ringiovanisce, si abbassa l'età degli autori". Confermate le presenze di Julianne Moore, Fanny Ardan, Marion Cotillard e le italiane Valeria Solarino (che sarà la madrina), Valeria Golino e poi Romain Duris, Toni Servillo, Claudio Santamaria. Ben quattro i film italiani in concorso: La scuola è finita di Valerio Jalongo; Una vita tranquilla di Claudio Cupellini; Io sono con te di Guido Chiesa; Gangor di Italo Spinelli.

venerdì 1 ottobre 2010

FILM DA VEDERE: SOMEWHERE DI SOFIA COPPOLA

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Somewhere

  • un film di Sofia Coppola
  • con Stephen Dorff, Elle Fanning, Chris Pontius, Karissa Shannon, Kristina Shannon
  • Genere: Drammatico
  • Durata: 98 min
  • Paese: USA 2010

Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia

Johnny Marco vive in un appartamento dell’hotel Chateau Marmont. Tra spettacoli erotici di dubbia eleganza e avventure amorose brevi e disimpegnate , trascorre le giornate in un’apatia ovattata e silenziosamente distruttiva. L’inaspettata permanenza della figlia Cleo impone un cambiamento nel ritmo quotidiano dell’attore. Videogiochi, nuotate, esposizioni al sole e un’incursione alla serata dei Telegatti italiani riempiono le giornate dei due famigliari. L’equilibrio apparente dura fino alla partenza di Cleo per il campeggio. E il ritorno alla vita di Johnny.
Dopo il pernottamento a Tokyo di Lost in Translation, Sofia Coppola sposta l’attenzione su un altro hotel, il famoso Chateau Marmont, residenza alternativa di molte star hollywoodiane. Siamo a Los Angeles, in un posto riconoscibile e leggendario, ma i luoghi del film (stanze, piscine, studi televisivi) sono fondamentalmente ‘non luoghi’, ambienti senza radici, che, allo stesso tempo, assumono il ruolo di deposito di emozioni forti ma taciute. Le abitudini edoniste del protagonista assicurano l’illusione del successo ma sono così portate all’estremo da trasformare l’eccitazione in indifferenza. Lo sguardo sottile della regista (anche sceneggiatrice del film) ci introduce al personaggio con delicata tenerezza. Non condanna la sua pacata amoralità né giudica l’impacciata ricerca di incontri sessuali; preferisce invece svelare la sostanziale cifra di quei comportamenti, drammaticamente sconsolati e privi di vitalità. Lo stile di ripresa, fatto di lunghi silenzi, inquadrature ferme (dove spesso è uno zoom lentamente graduato ad avvicinarsi al soggetto) e piani-sequenza densi di suggestioni, mettono in luce le contraddizioni esistenziali di Johnny. La regista mostra gli opposti in gioco con un senso dell’ironia seduttivo. L’arrivo discreto della figlia scombina questo piano narrativo e diventa lei la responsabile della riconquista emotiva del padre. È la piccola Cleo il personaggio attivo che ‘pattina’ con grazia sulla strada sottosopra del genitore.
Il circuito chiuso della scena iniziale, dove una Ferrari corre in moto perpetuo, è la rappresentazione visiva dell’aridità umana dell’attore. La scarsità di parole dei dialoghi bilancia la ruvidità del rombo del motore o del chiasso delle festicciole private, per dire che l’affetto, per manifestarsi, non ha bisogno di fare rumore. Il cinema della Coppola, ancora una volta, predilige l’omissione alle dichiarazioni esplicite e in questa rarefatta rinascita del rapporto tra padre e figlia chiede agli attori una gestualità posatissima ma, al tempo stesso, ricca di microespressioni che svelano l’amarezza interiore. Il trash abbonda (l’Italia televisiva è un paese dal quale scappare di corsa) e si insinua nelle camere d’albergo come nell’intimità delle persone, ma rimane, in questo caso, a coprire il ruolo di comparsa. Come Benicio Del Toro in ascensore o Laura Chiatti a Milano. Figuranti di uno spettacolo che va in scena da ‘qualche parte’, ovunque e in nessun luogo. (fonte: mymovies.it)

mercoledì 29 settembre 2010

LA PRIMA COSA BELLA DI VIRZI' E' IL FILM ITALIANO CANDIDATO ALL'OSCAR

È "La prima cosa bella" il candidato italiano all’Oscar 2010 per il miglior film straniero. Il film di Paolo Virzì è stato designato dalla commissione istituita all'Anica e composta dal regista Gabriele Salvatores, dallo scenografo Dante Ferretti, dai giornalisti e critici Alberto Crespi, Roberto Escobar, Alessandra Leventesi e Gloria Satta, dai produttori Conchita Airoldi, Angelo Barbagallo, Aurelio De Laurentis, Adriano De Micheli, Mario Gianani e Fulvio Lucisano dai distributori Paolo Ferrari e Andrea Occhpinti, e dal Direttore Generale per il Cinema, Nicola Borrelli. Nel cast Michela Ramazzotti, Stefania Sandrelli, Valerio Mastandrea e Claudia Pandolfi. Le nomination saranno rese note il prossimo 25 febbraio, mentre la premiazione si svolgerà domenica 27 febbraio a Los Angeles.

sabato 25 settembre 2010

FILM DA VEDERE: LA PASSIONE

La Passione

  • un film di Carlo Mazzacurati
  • con Silvio Orlando, Giuseppe Battiston, Corrado Guzzanti, Cristiana Capotondi, Stefania Sandrelli.
  • Genere: Commedia
  • Durata: 105 min
  • Paese: Italia 2010

Gianni Dubois è un regista in là con l’età e con la creatività. Sono cinque anni che non gira un film e, messo sotto pressione dal produttore, deve farsi venire un’idea brillante che accontenti una capricciosa diva televisiva ingaggiata per l’occasione. Quando un guaio nella sua casa in Toscana lo costringe ad abbandonare Roma per un paio di giorni, troverà il modo per rivestire i panni da regista per una Sacra Rappresentazione recitata dagli abitanti del paese. Con l’aiuto di un ex galeotto e una sorridente barista polacca, riuscirà a ritrovare la forza per una necessaria svolta umana.
I segreti della gente comune sono da sempre l’oggetto d’indagine del cinema di Mazzacurati. Dopo aver affrontato con serietà il dramma di un omicidio con La giusta distanza riprende in mano le corde della commedia. Il soggetto non spicca per originalità; la storia di un artista in crisi creativa che, di fronte alle avversità, non riesce a trovare una soluzione è un tema molto sfruttato da letteratura e cinema. Qui però abbiamo il contesto italiano a fare la differenza. I potenti del film (il produttore, il sindaco e il geometra) sono insensibili sfruttatori che, di fronte alla debolezza di Dubois, rimangono indifferenti. Da un lato i perdenti, dall’altro quelli che fanno finta di essere vincenti. In mezzo tutti i problemi di un’Italia alla deriva, dove i sogni fanno fatica a sopravvivere e le frustrazioni covano il seme di un’arroganza schiacciante e deleteria. La provincia, così cara al regista, è qui il luogo dove il cinema degli intellettuali è guardato di sbieco e con timore. L’ironia inconsapevole dei personaggi di contorno, dall’ex carcerato Giuseppe Battiston al meteorologo con smanie d’attore Corrado Guzzanti, riporta l’attenzione, di tanto in tanto, sulle contraddizioni del paese in cui viviamo. Esce un’immagine di desolazione e impotenza, dove anche la Passione di Cristo, nella sua dimensione più umana, fatica a realizzarsi.
La speranza sembra lasciata in un angolo. Ma quando, durante la recita paesana, un giovane urla sprezzante contro chi deride le debolezze degli altri, ci sembra di poter vedere una piccola luce per il futuro. Il grido ribelle di chi riconosce l’ingiustizia e non vuole tacere riporta tutto ad un senso di rettitudine ammirevole di cui il nostro paese avrebbe tanto bisogno.

venerdì 10 settembre 2010

FILM DA VEDERE: LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI

Locandina La solitudine dei numeri primi
  • un film di Saverio Costanzo
  • con Alba Rohrwacher, Luca Marinelli, Martina Albano, Arianna Nastro, Tommaso Neri.
  • Genere: Drammatico
  • Durata: 118 min.
  • Paese: Italia, Francia, Germania 2010

E' la storia di Alice e Mattia. Coetanei a Torino. Bambini le cui coscienze sono attraversate da un trauma profondo che non li abbandonerà mai. Si conoscono. Potrebbero amarsi. Si separano (lui accetta un incarico in Germania e lei si sposa). Potrebbero ritrovarsi se consentissero a se stessi ciò che si sono sempre in qualche modo vietati. Saverio Costanzo alla sua terza prova si assume il non facile compito di rileggere un best seller quale è il romanzo omonimo di Paolo Giordano (con il quale scrive la sceneggiatura). Lo fa con grande coraggio a partire dal nuovo mutamento di stile. Costanzo destruttura la linearità narrativa del romanzo avvertendoci sin dall'inizio (grazie anche alla musica di Mike Patton e a una grafica di forte impatto) che ci troviamo dinanzi ad un horror. Perché l'orrore della sofferenza attraversa corpi ed anime dei due protagonisti. Alice, la cui lesione fisica verrà spiegata solo molto più avanti ma che da subito determina il suo rapporto con il mondo e Mattia, che ha un vulnus che lo tormenta nel profondo spingendolo all'autolesionismo. Due corpi che potrebbero fondersi ma che restano murati in una solitudine che si presenta come ineluttabile perché il senso di colpa e il sentirsi fuori posto (in una società sempre più spietata sin dalle età più giovani) finiscono con lo spingere a costruire muri in cui si possono aprire solo piccole brecce che sembrano sempre pronte a richiudersi. (fonte: mymovies.it)

In foto Alba Rohrwacher (31 anni)

mercoledì 25 agosto 2010

TROPEA FILM FESTIVAL: TRIONFANO PAPALEO E MEZZOGIORNO

Il Tropea Film Festival, che si è svolto nel Teatro del Porto della cittadina tirrenica dal 17 al 23 agosto scorsi, è finito tra ovazioni, applausi e ottime perfomance comiche.
Questa edizione è stata sicuramente segnata dalla comicità, con “Basilicata coast to coast” che vince i principali premi e due memorabili esibizioni del talentuoso comico Rocco Barbaro.
Ovviamente, questa edizione sarà ricordata per molto tempo soprattutto per la presenza del premio Oscar Giuseppe Tornatore, accolto con una calorosa standing ovation del pubblico assiepato oltre misura negli spalti e nel parterre. Quando sono stati proiettati i trailer dei suoi film, all’apparire del titolo “Nuovo Cinema Paradiso”, la platea è esplosa in un fragoroso applauso e grida commosse verso un capolavoro che ha segnato la storia del cinema.
Ovazione ripetuta anche per “L’uomo delle stelle”, “Malena”, “La leggenda del pianista sull’oceano”, “La sconosciuta” e “Baària”.
Il Sindaco di Tropea, Adolfo Repice ha consegnato il prestigioso premio “Tropea Film Festival 2010” al maestro Tornatore, invitato trascorre il prima possibile nella “Perla del Tirreno” un periodo di riposo e, perché no, anche per progettare qualche soggetto da girare tra queste splendide location.
La serata è poi proseguita con l’esibizione canora di Frank Amore, interessante attore teatrale che ha anche presentato, fuori concorso, il suo film d’esordio “La canzone della notte”, seguita da un brindisi e, last but not least, dalle premiazioni.
Per la Migliore Regia Cortometraggio ha vinto “Uerra” di Paolo Sassanelli; per il Migliore Attore Protagonista di Lungometraggio è stato premiato la sorpresa del Festival Claudio Salvato, piccolo protagonista dello struggente “Non te ne andare” di Alessandro Porzio; la Migliore Attrice Lungometraggio è stata invece la sempre bravissima Giovanna Mezzogiorno per “Basilicata coast to coast” che, come già detto, si è aggiudicato anche il Premio per la Migliore Regia Lungometraggio; Migliore Attore Protagonista Cortometraggio a Marco Di Bella “Il Limite”di Fabio Morotti; Migliore Attrice Protagonista Cortometraggio alla grande Piera Degli Esposti con il film “L’altra metà” di Pippo Mezzapesa; Migliore Sceneggiatura Lungometraggio a Valerio D’Annunzio per “Aria”; Migliore Sceneggiatura Cortometraggio a Mimmo Mancini e Pietro Albino Di Pasquale per “U’SU” mentre per la Migliore Colonna Sonora Originale ha vinto l’eclettico Giovanni Allevi con la sua musica nel film “Aria”. (fonte:calabresi.net)

sabato 31 luglio 2010

GIOVANNA MEZZOGIORNO ALL'8° EDIZIONE DI MOLISECINEMA

Più di 100 proiezioni in programma, tre sezioni di cortometraggi (internazionali, italiani e di animazione) a cui si aggiunge un concorso di documentari internazionali. E poi una rassegna di film italiani, una sezione retrospettiva, mostre, eventi, incontri, concerti e tanti ospiti. E' questo il programma dell'ottava edizione di MoliseCinema che si svolge a Casacalenda, in provincia di Campobasso, dal 3 all'8 agosto. Ospite eccezione di questa edizione è Giovanna Mezzogiorno, che il 6 agosto presenterà il documentario "Negli occhi" dedicato al padre Vittorio scomparso nel 1994. E poi il regista Citto Maselli, uno dei maestri del cinema italiano, Valentina Carnelutti, tra le attrici più apprezzate della sua generazione, Rocco Papaleo, che oltre a presentare il suo film "Basilicata coast to coast", si esibirà in concerto con la sua band. (fonte:primapaginamolise.com)

martedì 27 luglio 2010

GIOVANNA MEZZOGIORNO INCINTA?

Giovanna Mezzogiorno in dolce attesa? Il dubbio è nato in occasione del Giffoni Film Festival dove la bella attrice è apparsa alquanto rotondetta in compagnia del marito Alessio Fugolo. Secondo molti la pancetta sospetta è il chiaro segnale di una gravidanza.

GIOVANNA MEZZOGIORNO: IL MONDO DELLO SPETTACOLO E' VOLGARE

Giovanna Mezzogiorno, ospite del Giffoni Film Festival per consegnare all'attrice Lucia Mascino un premio intitolato a suo padre, ha risposto ad alcune domande dei giornalisti. Sul futuro del cinema dice: "Si può salvare solo coi giovani". Sui progetti futuri: "Niente progetti, mi sono presa una pausa di riflessione". Sul mondo dello spettacolo italiano: "E' così come ci appare, è semplicemente brutto. È un mondo volgare, sboccato, sfacciato, gretto, in cui tutti smaniano per parlare dei fatti propri, tutti sono ossessionati dal voler apparire ovunque, a ogni costo. Un mondo in cui si è persa ogni traccia di buon gusto. Non mi piace salire in cattedra e giudicare, dico solo quello che vedo intorno a me. E cioè situazioni estreme. A livello artistico in Italia manca completamente l’equilibrio. Le persone o sono eccezionalmente volgari, o sono di una sobrietà ascetica, con la fobia di mostrarsi in pubblico, gente che non fa nemmeno promozione ai suoi stessi film".

sabato 24 luglio 2010

PREMIO VITTORIO MEZZOGIORNO ALLA COMPAGNIA TEATRO DI LEGNO

Domani, presso l'Arena Alberto Sordi della Cittadella del Giffoni Film Festival, sarà consegnato alla compagnia teatrale 'Teatro di Legno' e all'attrice Lucia Mascino il premio 'Vittorio Mezzogiorno'. Il riconoscimento, fortemente voluto da Giovanna Mezzogiorno e istituito nel 2004 a dieci anni dalla prematura scomparsa del padre, viene conferito all'attore/attrice o alla compagnia teatrale emergente, con l'obiettivo di favorirne il personale percorso formativo e lavorativo. La giuria presieduta da Giovanna Mezzogiorno, dalla madre Cecilia Sacchi e dagli sceneggiatori Dino e Filippo Gentili ha espresso le seguenti motivazioni: "Alla compagnia teatrale Teatro di Legno che, dal 2003 quando fu fondata da Luigi Imperato e Silvana Pirone, ha dato vita a spettacoli magnifici nel segno di un teatro coraggioso e innovativo, svolto in luoghi canonici e non, di una drammaturgia originale ma in un costante dialogo con la tradizione, facendo leva su attori provenienti da esperienze diverse ma impeccabilmente amalgamati". Mentre quella che segue è la menzione per l'attrice: "A Lucia Mascino, giovane attrice che si è contraddistinta negli ultimi anni a teatro recitando con registi del calibro di Filippo Timi, Valerio Binasco, Giorgio Barberio Corsetti; al cinema con 'Un altro pianeta', opera prima di Stefano Tummolini acclamata al Festival di Venezia e al Sundance festival, e in numerose serie televisive. Ogni volta Lucia ha saputo far vivere i personaggi interpretati con una tecnica straordinaria, una toccante resa emotiva e una versatilità fuori del comune". Il Premio Speciale Vittorio Mezzogiorno, che consiste in un'opera dello scultore napoletano Lello Esposito, è stato assegnato invece a Gianni Minà. (fonte: notizie.virgilio.it)

mercoledì 16 giugno 2010

CARLO VERDONE: VORREI LAVORARE CON GIOVANNA MEZZOGIORNO, LA STIMO MOLTO

Carlo Verdone è stato intervistato da Sky per la puntata di Cine News in onda domani alle 20.40 su Sky Cinema 1 e 1 HD. Nell'intervista il regista e attore romano ha rivelato: "Il film che avrei voluto fare è 'American Beauty' perché è un film così vero, proprio un documento di quest'epoca". Ha poi aggiunto: "Invece, come compagna di set mi manca Giovanna Mezzogiorno. Ho lavorato con tutte ma con Giovanna ancora no. La stimo molto". Carlo Verdone è stato eletto 'miglior attore della stagione cinematografica 2009-2010' in seguito ad un sondaggio realizzato da SKY Cine News attraverso il sito Sky.it.

venerdì 28 maggio 2010

"SONO VIVA", IL NUOVO FILM CON GIOVANNA MEZZOGIORNO

Esce nelle sale "Sono viva" il film dei fratelli Dino e Filippo Gentili con Giovanna Mezzogiorno. Si tratta di un film low cost nel senso che il budget è di soli 700.000 euro. Giovanna Mezzogiorno lo ha definito il "noir del precariato" sottolineando il fatto di come in Italia "non c'è spazio per chi non appartiene a qualche parrocchia". "Sono viva" è un thriller che ha come protagonista Rocco (il bravo Massimo De Santis), un giovane disoccupato depresso, che viene coinvolto in insolito lavoro (molto ben pagato) dal suo amico Gianni (Marcello Mazzarella), e cioè trascorrere una notte in una villa con una donna morta. Giovanna Mezzogiorno, che tra l'altro è cugina dei registi, interpreta una simpatica barman.

domenica 23 maggio 2010

CANNES: PALMA D'ORO A "UNCLE BOONME WHO CAN RECALL HIS PAST LIVES". ELIO GERMANO MIGLIOR ATTORE EX AEQUO CON JAVIER BARDEM

Al festival di Cannes la Palma d'oro va al film tailandese 'Uncle Boonme Who Can Recall His Past Lives' di Apichatpong Weerasethakul. Da segnalare l'importantissimo riconoscimento per Elio Germano, premiato come miglior attore per il film di Daniele Luchetti 'La nostra vita'. Ex aequo con Javier Bardem per 'Biutiful' di Gonzalez Inarritu. L'attore italiano nel ritirare il premio ha ringraziato il suo regista e ha dedicato il riconoscimento a tutti gli italiani: "Siccome la nostra classe dirigente rimprovera sempre al nostro cinema di parlare male della nostra nazione dedico il premio all'Italia e agli italiani che fanno di tutto per rendere l'Italia un paese migliore nonostante la loro classe dirigente''.
Il premio per la miglior attrice è andato a Juliette Binoche per 'Copia conforme', coproduzione italiana del regista iraniano Abbas Kiarostami girato in Toscana.

martedì 11 maggio 2010

GIOVANNA MEZZOGIORNO A CANNES

Domani inizia il festival del cinema di Cannes. Il ministro della cultura Bondi non ci sarà. L'importante è che ci sia la bravissima Giovanna Mezzogiorno in qualità di giurata. La bella attrice italiana fa già parlare di se in seguito ad un'intervista al magazine Sette del Corriere della Sera, che uscirà giovedi', intervista nella quale parla di cinema, di politica e di Berlusconi. E sul premier dice: "gli italiani votano Berlusconi 'perche' incarna gli istinti peggiori del nostro popolo. Quelli a cui non si resiste".

sabato 17 aprile 2010

FESTIVAL CANNES: GIOVANNA MEZZOGIORNO NELLA GIURIA

"La nostra vita" di Daniele Luchetti è l'unico film italiano in competizione per la Palma d'oro al prossimo Festival di Cannes. Il regista (che torna con questo film a quasi tre anni di distanza dal bellissimo "Mio fratello è figlio unico"), in una recente intervista ha rivelato che "è la storia di un proletario (interpretato da Elio Germano) che, dopo un lutto, deve fare i conti con questo evento traumatico. Rimuove il dolore aggrappandosi all'unico elemento che ha: cerca di fare soldi attraverso imprese azzardate, al limite della legalità. Il denaro è il risarcimento del dolore.

Da segnalare anche che il documentario sull'Aquila dopo il terremoto di Sabina Guzzanti sarà presentato fuori concorso. Nella giuria, presieduta dal regista americano Tim Burton, ci saranno due italiani: l'attrice Giovanna Mezzogiorno e il direttore del Museo nazionale del cinema di Torino, Alberto Barbera. a far parte della giuria è stato invitato anche il regista iraniano Jafar Panahi, ancora detenuto nel suo Paese.

Il film d'apertura del Festival sarà Robin Hood di Ridley Scott. In competizione - oltre a Daniele Luchetti - anche Abbas Kiarostami (Copie conformi), Takeshi Kitano (Outrage), Bertrand Tavernier (La princesse de Montpensier), Alejandro Gonzalez Iñarritu (Biutiful). Fuori concorso sono stati annunciati Woody Allen (You will meet a tall dark stranger), Stephen Frears (Tamara Drew) e Oliver Stone (Wall Street 2: Money Never sleeps).

sabato 10 aprile 2010

DAVID DI DONATELLO: 18 NOMINATION PER "LA PRIMA COSA BELLA" DI VIRZI'

La prima cosa bella di Paolo Virzì ha ottenuto ben 18 nomination ai David di Donatello. 16 sono le nomination per L'uomo che verrà di Giorgio Diritti, 15 per Vincere di Marco Bellocchio, 14 per Baaria di Giuseppe Tornatore e 12 per Mine Vaganti di Ferzan Ozpetek. Tra le 5 concorrenti al premio per la migliore attrice protagonista figurano Micaela Ramazzotti e Stefania Sandrelli per La prima cosa bella, Margherita Buy per Lo spazio bianco, Giovanna Mezzogiorno per Vincere, Greta Zuccheri Montanari per L'uomo che verrà. Per la categoria migliori attori in nomination ci sono Antonio Albanese e Kim Rossi Stuart per Questioni di cuore, Libero De Rienzo per Fortàpasc, Valerio Mastandrea per La prima cosa bella e Filippo Timi per Vincere. La cinquina dei migliori film stranieri è composta da A serious manAvatarBastardi senza gloriaInvictusTra le nuvole.

domenica 14 marzo 2010

BASILICATA COAST TO COAST, NELLE SALE DAL 9 APRILE

E' ufficiale! "Basilicata coast to coast" di Rocco Papaleo uscirà nelle sale il 9 aprile. I protagonisti, oltre allo stesso Papaleo, sono Alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Max Gazzè e Giovanna Mezzogiorno. Il film è una commedia musicale tutta da ridere e racconta uno strano viaggio di un gruppo di musicisti che cercheranno di partecipare al Festival di Scanzano Jonico. Per il trailer cliccate qui: http://www.ecodelcinema.com/20100314/basilicata-coast-to-coast-il-primo-trailer.htm

basilicata-coast-to-coast.jpg

 

 

sabato 13 marzo 2010

DONNE SENZA UOMINI: QUANDO LA RIVOLUZIONE E' DONNA

Donne senza uomini della regista iraniana Sharin Nashat è uno di quei film assolutamente da vedere. Sharin vive da 30 anni a New York e da sempre si è dedicata ai temi sociali e religiosi delle donne musulmane. Ha ricevuto molti premi la serie di sue fotografie «Donne di Allah», ritratti in cui i volti femminili sono occultati da fitte calligrafie. Le sue video installazioni le hanno guadagnato nel 1999 il premio internazionale della Biennale di Venezia. Ha tenuto mostre alla Tate Gallery di Londra, al Guggenheim Museum di New York, alla Kunsthalle di Vienna, ad Atene e Hiroshima. Donne senza uomini è tratto dal romanzo di Sharnush Parsipur, ha avuto un Leone d’argento alla Mostra di Venezia nel 2009: è un film bellissimo, nel quale si uniscono la denuncia della condizione femminile in Iran e la sua visione artistica, si mescolano con effetti ammirevoli politica e arte, società, umanità e poesia.
La vicende di quattro donne di diverse età ed estrazione sociale sono collocate in Iran nell’estate 1953, quando le speranze del Paese e l’azione del presidente Mossadegh, il primo democraticamente eletto che subito aveva nazionalizzato il petrolio, furono spezzate da un colpo di Stato realizzato da inglesi e americani che fece tornare sul trono lo Scia. Nel clima acceso di aspirazioni e delusione, quattro donne cercano di salvare se stesse: una ragazza schiavizzata dal fratello fanatico religioso che le vieta persino di ascoltare le notizie politiche alla radio; una giovane prostituta nauseata dai propri clienti; la moglie di un generale, signora benestante che non riesce più a sopportare il marito; una donna violentata. Tutte e quattro tentano di sfuggire agli uomini dai quali hanno ricevuto il peggio, tutte e quattro amano un decadente giardino di orchidee, tutte e quattro sono libere e la libertà dà loro una forza inaudita. Momenti straordinari: le facce disfatte dalla sopraffazione quotidiana, gli sguardi di smarrimento e vendetta; la prostituta che in un bagno turco lava via dal proprio corpo le tracce fisiche del mestiere, con tale violenza da sanguinare. Eccezionale. (da lastampa.it)

sabato 6 marzo 2010

"PRECIOUS" TRIONFA AGLI OSCAR DEI FILM INDIPENDENTI

Il film "Precious" ha trionfato alla 25ma edizione degli Independent Spirit Awards, gli Oscar dei film a basso costo. Ha ottenuto 5 premi su 5 nomination. Nella cerimonia svoltasi sul tetto di un garage di Los Angeles, il film drammatico ambientato nella Harlem degli anni '80 si e' aggiudicata il premio per il miglior film, per le migliori attrici, Gabourey Sidibe e Mo'nique, per il miglior regista, un commosso Lee Daniels, e per la migliore prima sceneggiatura di Geoffrey Fletcher.

domenica 21 febbraio 2010

THE HURT LOCKER CONQUISTA IL BAFTA, L'OSCAR INGLESE

Il dramma sulla vita degli artificieri Usa in Iraq, 'The Hurt Locker', dell'americana Kathryn Bigelow, ha conquista il Bafta, l'oscar britannico per il miglior film sconfiggendo il colossal Avatar dell'ex marito della regista, James Cameron. Entrambi i film concorrono per 9 nomination agli Oscat il prossimo 7 marzo. Alla Bigelow e' andato anche il premio per la regia. Miglior attore il britannico Colin Firth per 'A Single Man'; migliore attrice l'inglese Carey Mulligan per 'An Education' . (da repubblica.it)

sabato 20 febbraio 2010

"NEGLI OCCHI" AL VAMFEST DI VERCELLI

E' stato reso noto l'elenco dei 27 film selezionati per la terza edizione del VAMfest che si svolgerà a Vercelli dal 4 al 7 marzo. Tra i film prescelti c'è "Negli occhi" (di Daniele Anzellotti e Francesco Del Grosso) nel quale Giovanna Mezzogiorno ricorda suo padre Vittorio, protagonista del teatro italiano e mondiale, con musiche originali di Pino Daniele. Per l'elenco completo dei film cliccare qui: http://cinefestival.blogosfere.it/2010/02/selezionati-i-film-che-parteciperanno-al-vam-fest-2010.html

domenica 31 gennaio 2010

SUNDANCE FILM FESTIVAL: I PREMI DELLA GIURIA

"Restrepo" e "Winter's bone" hanno vinto il Gran Premio della giuria del Sundance Film Festival. Restrepo è un documentario sull'Afghanistan, realizzato da due giornalisti di guerra, che racconta l'inferno afgano vissuto insieme a un plotone di 15 soldati americani. Winter's bone, film di Debra Granik, è il ritratto di una ragazza che attraversa le montagne di Ozark, nel cuore degli Stati Uniti, per ritrovare suo padre, un trafficante di droga.

domenica 17 gennaio 2010

PARANORMAL ACTIVITY: L'HORROR CHE VI SCONVOLGERA'

Il 5 febbraio arriva in Italia il film che in America, grazie al web, ha incassato 7.000 volte il suo costo iniziale. E' Paranormal Activity e gli slogan con i quali è presentato dicono già molto: "Il film che ha terrorizzato l'America" e "Non riuscirete più a dormire". Il regista è Oren Peli (israeliano di nascita e americano d'adozione) e gli attori protagonisti sono Katie Featherston e Micah Sloat. Un film di paura e tensione definito "L'esorcista dei nostri giorni". Certo la trama non è poi originale: c'è la classica coppia alle prese con una nuova casa, nella periferia di San Diego, di cui scoprono, troppo tardi, ovviamente, di non essere gli unici inquilini. Ma la cosa stupefacente non sono i 90 minuti di puro terrore, ma il costo del film, appena 15 mila dollari e il suo incasso nei due mesi di programmazione: ben 107 milioni, settemila volte tanto. La fortuna di Paranormal Activity è partita da un piccolo festival di paura Screamfest al Chinese Theatre sulla Hollywood Boulevard. Ma il grande successo è arrivato dopo che il produttore Steven Schneider ha convinto la Paramount a distribuirlo. Il film è uscito 25 settembre con un unico spettacolo di mezzanotte in dodici sale con ottimi incassi : 77.873 dollari nel primo weekend con una media per copia di 6.489 euro. Nelle due settimane successive la Paramount ha spinto gli spettatori che abitavano lontani dagli schermi di programmazione a chiedere, attraverso un sito Internet appositamente dedicato, che il film arrivasse nei cinema vicini a loro. L'obiettivo era di raggiungere un milione di richieste: se si fosse realizzato la casa avrebbero distribuito Paranormal Activity in tutto il territorio statunitense. Il 9 ottobre le richieste erano un milione. Una settimana dopo il film è uscito in tutti gli Stati Uniti con 760 copie. Cinque settimane dopo l'horror di Peli ha superato i 107 milioni di dollari d'incasso. Potenza della paura. Il trailer e l'intera recensione qui: http://cinema-tv.corriere.it/cinema/10_gennaio_16/paranormal-activity-ulivi_8555a16e-02d2-11df-8bfd-00144f02aabe.shtml

sabato 2 gennaio 2010

WELCOME: UN FILM ASSOLUTAMENTE DA VEDERE

“Lui ha fatto 4000 km per lei, e io non sono stato capace di attraversare la strada, per fermarti”: è la frase simbolo del bellissimo film francese WELCOME nelle sale italiane dallo scorso dicembre.

Centinaia di migliaia sono, ogni anno, i migranti clandestini o irregolari che circolano in Europa. In Francia, gli immigrati clandestini che ogni anno varcano i confini sono spesso definiti, in maniera semplicistica, “sans-papiers”. Molti cercano di rifarsi una vita in loco, diversi invece tentano di raggiungere altre nazioni, soprattutto il Regno Unito.
Gli irregolari vengono spesso trattati dalle autorità come un “problema”, non come delle persone, e l'indifferenza dell'uomo della strada nei confronti di questo tema non ha certo favorito la ricerca di una qualche soluzione, anzi.
La vita -spesso disperata eppure piena di esperienze incredibili- che vivono tali abusivi è stata riportata in questo film dal regista francese Philippe Lioret, che ha strappato applausi sia alla critica sia al pubblico, prima nel suo paese d'origine (dove ha incassato più di dieci milioni di euro) che, successivamente, ai Festival di Berlino e Torino.
Il protagonista Bilal (Firat Ayverdi) è un diciassettenne iracheno che è riuscito a percorrere a piedi quattromila chilometri pur di arrivare in Francia, inseguendo il sogno di raggiungere la sua amata Mina (Derya Ayverdi) oltremanica, a Londra. Arrivato nella cittadina portuale di Calais, la costa inglese è visibile a occhio nudo, eppure tutte le difficoltà passate in precedenza sembrano nulla in confronto a quello che gli accade per colpa della politica francese riguardo all'immigrazione clandestina.
L'unico modo che gli resta per provare a raggiungere l'Inghilterra è proprio il più folle: attraversare il canale della manica a nuoto. Ma, a parte le motovedette della Guardia Costiera, la temperatura gelida dell'acqua e le correnti impetuose, il problema principale di Bilal è proprio...il non sapere nuotare.
Il ragazzo chiede dunque lezioni private a Simon (Vincent Lindon), ex-campione olimpico e ora semplice istruttore di nuoto in una piscina comunale, alle prese con gli strascichi del divorzio da Marion (Audrey Dana), della quale è ancora perdutamente innamorato. E' solo l'inizio di un'amicizia che trasformerà le vite di entrambi.
Welcome
Welcome è stato il caso dell'anno per il cinema francese. Ha suscitato accese discussioni e aspre polemiche sia nelle aule di parlamento che nei talk show televisivi: l'argomento è più che mai d'attualità in Francia, dove circolano ogni anno tra i duecentomila e i quattrocentomila sans papier. E quando il viaggio della speranza a bordo di fatiscenti imbarcazioni o pericolosi tir fallisce, arriva spesso il tentativo disperato: casi simili a quello di Bilal sono realmente accaduti e continuano ad aver luogo in Francia, dove la politica del governo sulla questione è fra le più dure: la cosiddetta “Legge Sarkozy” sull'immigrazione clandestina punisce con pene severissime non solo i clandestini e chi li sfrutta, ma anche chi dà loro rifugio, lavoro o anche solo aiuto, nel tentativo feroce di tagliare il fenomeno alla radice. Il film, tuttavia, al di là di ogni polemica, riesce a essere più che un semplice manifesto di protesta o un mero documentario sulla condizione dei clandestini: aiutato dalla grande espressività di Vincent Lindon, dalla sincerità del giovane e inesperto (ma genuino) Ayverdi e soprattutto da un ottimo script, Lioret mette in scena una storia che è insieme sociale e personale.
Nonostante la non breve durata e il tema difficile, la storia non si rende mai eccessivamente pesante, e il film si lascia guardare con piacere, fermo restando l'angoscia che inevitabilmente attanaglia lo spettatore nei momenti più drammatici della pellicola, ottimamente trasportati e accompagnati sullo schermo dalla magnifica fotografia di Laurent Dailland -tra i migliori nel suo campo in Francia- e dalle musiche orchestrate dal nostro Nicola Piovani, che donano una grande atmosfera all'opera.
Welcome è un film tutto da vedere, sentire e soprattutto interpretare, a partire dal sardonico titolo, che si rifà alla ridicola e ipocrita scritta sullo zerbino del vicino di casa di Simon: piccola metafora di come, sui diritti umani e sulla tanto sbandierata accoglienza e multiculturalità dell'Europa, molti ci si puliscono i piedi sopra.
E' una storia dura, al contempo vera e fiabesca, raccontata con grande passione e rispetto da tutto il cast. La recensione completa qui: http://www.everyeye.it/cinema/articoli/welcome_recensione_10703